Sogno Lucido
-Il paradosso della coscienza-
Il paradosso della coscienzaMICHELE CAVALLO* - FLAVIO LEONE**(pubblicato in: " Informazione Psicologia Psicoterapia...
Posted by I 36 Decani on Martedì 14 luglio 2015
INTRODUZIONE
Sognare ed essere svegli, nella nostra cultura, sono considerate due dimensioni assolutamente separate, due condizioni discrete di esperienza dove l'una esclude l'altra.1 Sognare ed essere svegli si configurano quindi come stati incompatibili e lontani, dove il primo viene a rappresentare la dimensione immaginativa ed irreale dell'esistenza, ed il secondo invece viene esperito come effettivamente reale e soprattutto come la base sulla quale tentare di spiegare tutti i fenomeni incomprensibili o "strani".
Noi pensiamo che essere svegli e sognare sono due momenti della nostra esperienza, perfettamente compatibili fra loro, e possono persino essere presenti nel medesimo istante. Esiste una letteratura molto vasta che si sta sviluppando attualmente negli Stati Uniti, oltre a una letteratura molto antica, in cui viene presa in esame la possibilità che si possa sognare ed essere svegli e presenti a sé stessi nello stesso momento (Walsh e Vaughan, 1992). Sono anche state approntate tecniche adatte a sviluppare questo singolare stato di coscienza che nella letteratura scientifica viene chiamato Sogno Lucido. Dobbiamo a Frederik Willems van Eeden, psichiatra olandese e noto scrittore, il termine "sogni lucidi" e la prima seria ricerca in questo campo. Già nel 1913 van Eeden si proponeva di compiere uno studio sistematico della fenomenologia dei sogni consapevoli (LaBerge, 1985). Prima di passare ad esaminare la letteratura più moderna sul sogno lucido, ci sembra opportuno chiarire ciò che si intende per "sogno lucido": un sogno è definito lucido quando il sognatore sa che sta sognando. Attualmente la ricerca si sta orientando verso una conoscenza sperimentale di questa dimensione, esplorando: processi induttivi, correlati psicofisiologici, vissuti soggettivi; cercando anche di costruire ponti concettuali con le tecniche antiche, come lo yoga tibetano del sogno.
1. SOGNO-VEGLIA: REALTÀ VIRTUALI?
Come facciamo ad essere sicuri che lo stato di veglia non sia anch'esso un sogno? Aveva forse ragione Shakespeare quando nella Tempesta scriveva:
Siamo fatti della stessa materia
Con la quale son fatti i sogni;
E la nostra piccola vita
E' avvolta nel sonno.
Se è vero che siamo creatori (nella veglia e nel sogno) e non passivi elaboratori di esperienze, allora la veglia e il sogno non si contrappongono così nettamente, entrambi sono "fatti della stessa materia". Quando ci svegliamo, noi diciamo "Era solo un sogno" intendendo che non era reale. Cioè, noi gli riconosciamo minor validità o status ontologico alla luce della nostra coscienza di veglia. Ciò a dispetto del fatto che ad ogni risveglio, notte dopo notte, sogno dopo sogno, noi prendiamo i sogni come "reali" e quindi all'interno di essi fuggiamo e combattiamo, ridiamo e piangiamo, imprechiamo e ci rallegriamo (Walsh e Vaughan, 1992).
Eppure questo universo apparentemente oggettivo è una creazione delle nostre menti, una soggettiva, transitoria produzione che noi creiamo. Per il grande filosofo taoista Chuang-Tzu il sognatore "mentre sta sognando non sa che si tratta di un sogno, e nell'ambito del sogno stesso egli potrebbe persino cercare di interpretare il sogno. Solo dopo che si sarà svegliato saprà che si trattava di un sogno. Un giorno egli avrà un grande risveglio e si accorgerà che tutto ciò è un grande sogno" (in Walsh e Vaughan, 1992, p. 196).
Se l'articolo ti è piaciuto e vuoi proseguire nella lettura allora hai due opzioni, visitare la fonte, oppure il nostro profilo di Google+, a te la scelta ;)....
Sognare ed essere svegli, nella nostra cultura, sono considerate due dimensioni assolutamente separate, due condizioni discrete di esperienza dove l'una esclude l'altra.1 Sognare ed essere svegli si configurano quindi come stati incompatibili e lontani, dove il primo viene a rappresentare la dimensione immaginativa ed irreale dell'esistenza, ed il secondo invece viene esperito come effettivamente reale e soprattutto come la base sulla quale tentare di spiegare tutti i fenomeni incomprensibili o "strani".
Noi pensiamo che essere svegli e sognare sono due momenti della nostra esperienza, perfettamente compatibili fra loro, e possono persino essere presenti nel medesimo istante. Esiste una letteratura molto vasta che si sta sviluppando attualmente negli Stati Uniti, oltre a una letteratura molto antica, in cui viene presa in esame la possibilità che si possa sognare ed essere svegli e presenti a sé stessi nello stesso momento (Walsh e Vaughan, 1992). Sono anche state approntate tecniche adatte a sviluppare questo singolare stato di coscienza che nella letteratura scientifica viene chiamato Sogno Lucido. Dobbiamo a Frederik Willems van Eeden, psichiatra olandese e noto scrittore, il termine "sogni lucidi" e la prima seria ricerca in questo campo. Già nel 1913 van Eeden si proponeva di compiere uno studio sistematico della fenomenologia dei sogni consapevoli (LaBerge, 1985). Prima di passare ad esaminare la letteratura più moderna sul sogno lucido, ci sembra opportuno chiarire ciò che si intende per "sogno lucido": un sogno è definito lucido quando il sognatore sa che sta sognando. Attualmente la ricerca si sta orientando verso una conoscenza sperimentale di questa dimensione, esplorando: processi induttivi, correlati psicofisiologici, vissuti soggettivi; cercando anche di costruire ponti concettuali con le tecniche antiche, come lo yoga tibetano del sogno.
1. SOGNO-VEGLIA: REALTÀ VIRTUALI?
Come facciamo ad essere sicuri che lo stato di veglia non sia anch'esso un sogno? Aveva forse ragione Shakespeare quando nella Tempesta scriveva:
Siamo fatti della stessa materia
Con la quale son fatti i sogni;
E la nostra piccola vita
E' avvolta nel sonno.
Se è vero che siamo creatori (nella veglia e nel sogno) e non passivi elaboratori di esperienze, allora la veglia e il sogno non si contrappongono così nettamente, entrambi sono "fatti della stessa materia". Quando ci svegliamo, noi diciamo "Era solo un sogno" intendendo che non era reale. Cioè, noi gli riconosciamo minor validità o status ontologico alla luce della nostra coscienza di veglia. Ciò a dispetto del fatto che ad ogni risveglio, notte dopo notte, sogno dopo sogno, noi prendiamo i sogni come "reali" e quindi all'interno di essi fuggiamo e combattiamo, ridiamo e piangiamo, imprechiamo e ci rallegriamo (Walsh e Vaughan, 1992).
Eppure questo universo apparentemente oggettivo è una creazione delle nostre menti, una soggettiva, transitoria produzione che noi creiamo. Per il grande filosofo taoista Chuang-Tzu il sognatore "mentre sta sognando non sa che si tratta di un sogno, e nell'ambito del sogno stesso egli potrebbe persino cercare di interpretare il sogno. Solo dopo che si sarà svegliato saprà che si trattava di un sogno. Un giorno egli avrà un grande risveglio e si accorgerà che tutto ciò è un grande sogno" (in Walsh e Vaughan, 1992, p. 196).
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Sono nella realtà o è un sogno ?
Sono nella realtà o è un sogno ?Partiamo da un presupposto: TUTTI noi sognamo. E non un solo sogno per notte ma...
Posted by I 36 Decani on Martedì 23 giugno 2015
Come prima cosa occorre desiderarlo. Il modo migliore per ricordare i sogni è andare a letto convinti che il mattino dopo saremo in grado di ricordare cosa abbiamo sognato. Esiste poi un piccolo esercizio per imparare a ricordare; La prima mattina che riusciamo a ricordarci un sogno o anche solo uno spezzone o un immagine .. occorre annotare subito questi ricordi cercando di descrivere con la massima precisione possibile la scena, i dettagli, le sensazioni e le emozioni provate.. anche se sono solo frammenti sparsi. Vedrete che in poco tempo riuscirete a ricordare molto di più del sogno fatto e con la perseveranza arriverete ad annotare anche dieci sogni per notte. La cosa importate è che i sogni vanno scritti subito appena ci si sveglia perché anche solo mezz'ora dopo i ricordi sbiadiscono fino a scomparire del tutto. I sogni lucidi: non vi è mai capitato di trovarvi all'interno di un sogno magari in una situazione dalla quale vorreste scomparire subito? E tutto ad un tratto vi accorgete che in realtà si tratta solo un sogno e nell'esatto istante vi ritrovate svegli nel vostro letto? Se sì avete per un attimo sperimentato quello che in gergo è chiamato "sogno lucido" o "sogno cosciente". La parola "lucido" indica appunto il fatto che il sognatore percepisce che quello che lo circonda è una "realtà virtuale" creata dal proprio cervello.
Immaginate di essere in un incubo.. state correndo a perdifiato per scappare da un pazzo che vuole farvi del male.. come nei migliori film entrate in un vicolo buio, lo percorrete a tutta velocità ed alla fine scoprite che non ha uscita! Siete spacciati ...ma in quel momento vi accorgete che è tutto un sogno, che voi non potete essere lì.. perché vi ricordate di essere da poco andati a dormire. A questo punto invece di svegliarvi tutti sudati nel letto decidete di rimanere nel sogno e quindi, nella vostra mente. Vi renderete conto che tutto ciò che accadrà svanirà appena vi svegliate e che quindi non correte alcun pericolo.. Potreste decidere di combattere con il tizio schivando le pallottole come facevano in Matrix oppure saltando per i palazzi come Spider-man ... non ci sarebbe limite se non quello della vostra fantasia. Se sognate coscientemente di essere in ufficio, potete mandare a quel paese il vostro capo come avete sempre desiderato fare... e quindi il mattino dopo vi sentirete come se vi foste tolti questa soddisfazione ma senza i guai che deriverebbero da una cosa del genere. Esistono diversi gradi di lucidità.. potreste accorgervi di vivere un sogno ma non riuscire a controllarlo o a modificarlo.. oppure la lucidità potrebbe svanire subito e il sogno tornerebbe un sogno comune ecc..
I sogni lucidi sono stati utilizzati anche come terapia psicologica per risolvere paure, ansie , preoccupazioni.. nel sogno di s’impara a tramutare a nostro piacimento queste situazioni in modo da risolverle e gestirle con calma e raziocinio. I sogni lucidi sono purtroppo un evento che spontaneamente si presenta molto di rado ma esistono tecniche che seguite con impegno e determinazione portano ad avere sogni lucidi con maggiore frequenza.
Una di queste è il "Test di realtà". Consiste nel porsi ripetutamente durante la giornata domande del tipo:
- Sono nella realtà o è un sogno?
- C'è qualcosa intorno a me che mi può far pensare di essere in un sogno? (animali assurdi, posti irreali, persone già scomparse ecc.)
- Se fossi in un sogno cosa mi piacerebbe provarea fare in questo momento? (volare, trasformarmi, passare attraverso le cose...)
Se in base a queste domande si appura con certezza di essere nella realtà occorre sostenere a se stessi con determinazione l'intento di avere la notte successiva un sogno nel quale diventare lucidi. Se invece vedete il vostro gatto volare per la stanza.. be allora siete in un sogno e quindi buon divertimento... Questo alla lunga condiziona il nostro cervello a porsi queste questioni spontaneamente durante il giorno e durante la notte...quindi anche durante i sogni. Se nei sogni comuni siamo come spettatori passivi di un film proiettato dalla nostra mente nei sogni coscienti è come se entrassimo nella pellicola e potessimo interagire con la storia modificandola a nostro piacere.
Fonte
Immaginate di essere in un incubo.. state correndo a perdifiato per scappare da un pazzo che vuole farvi del male.. come nei migliori film entrate in un vicolo buio, lo percorrete a tutta velocità ed alla fine scoprite che non ha uscita! Siete spacciati ...ma in quel momento vi accorgete che è tutto un sogno, che voi non potete essere lì.. perché vi ricordate di essere da poco andati a dormire. A questo punto invece di svegliarvi tutti sudati nel letto decidete di rimanere nel sogno e quindi, nella vostra mente. Vi renderete conto che tutto ciò che accadrà svanirà appena vi svegliate e che quindi non correte alcun pericolo.. Potreste decidere di combattere con il tizio schivando le pallottole come facevano in Matrix oppure saltando per i palazzi come Spider-man ... non ci sarebbe limite se non quello della vostra fantasia. Se sognate coscientemente di essere in ufficio, potete mandare a quel paese il vostro capo come avete sempre desiderato fare... e quindi il mattino dopo vi sentirete come se vi foste tolti questa soddisfazione ma senza i guai che deriverebbero da una cosa del genere. Esistono diversi gradi di lucidità.. potreste accorgervi di vivere un sogno ma non riuscire a controllarlo o a modificarlo.. oppure la lucidità potrebbe svanire subito e il sogno tornerebbe un sogno comune ecc..
I sogni lucidi sono stati utilizzati anche come terapia psicologica per risolvere paure, ansie , preoccupazioni.. nel sogno di s’impara a tramutare a nostro piacimento queste situazioni in modo da risolverle e gestirle con calma e raziocinio. I sogni lucidi sono purtroppo un evento che spontaneamente si presenta molto di rado ma esistono tecniche che seguite con impegno e determinazione portano ad avere sogni lucidi con maggiore frequenza.
Una di queste è il "Test di realtà". Consiste nel porsi ripetutamente durante la giornata domande del tipo:
- Sono nella realtà o è un sogno?
- C'è qualcosa intorno a me che mi può far pensare di essere in un sogno? (animali assurdi, posti irreali, persone già scomparse ecc.)
- Se fossi in un sogno cosa mi piacerebbe provarea fare in questo momento? (volare, trasformarmi, passare attraverso le cose...)
Se in base a queste domande si appura con certezza di essere nella realtà occorre sostenere a se stessi con determinazione l'intento di avere la notte successiva un sogno nel quale diventare lucidi. Se invece vedete il vostro gatto volare per la stanza.. be allora siete in un sogno e quindi buon divertimento... Questo alla lunga condiziona il nostro cervello a porsi queste questioni spontaneamente durante il giorno e durante la notte...quindi anche durante i sogni. Se nei sogni comuni siamo come spettatori passivi di un film proiettato dalla nostra mente nei sogni coscienti è come se entrassimo nella pellicola e potessimo interagire con la storia modificandola a nostro piacere.
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Cos'è il Viaggio Astrale
Cos'è il Viaggio AstraleSicuramente le forme possibili di Risveglio interiore sono innumerevoli, diverse da persona a...
Posted by I 36 Decani on Martedì 16 giugno 2015
Al contrario di ciò che molti pensano, la bilocazione astrale non è un fenomeno raro e accessibile solo ad una ristretta élite di persone particolarmente dotate ma un fenomeno a cui tutti possono pervenire. E’ sufficiente rilassarsi completamente, corpo e mente, in una sorta di training autogeno, con la ferma intenzione di effettuare questo tipo di esperienza. Per riuscire nell'intento di bilocarsi dobbiamo mantenere viva la nostra coscienza nel momento in cui, normalmente, cadremmo nello stato del sonno; di solito bisogna insistere per più giorni prima di riuscire nell'intento di uscire dal proprio corpo. La vera barriera da superare consiste nel muro creato dal nostro io, nella paura di morire nell’esperienza di bilocazione, di non poter più tornare nel nostro corpo: infatti la bilocazione viene anche chiamata "piccola morte", proprio perché al momento della morte fisica la nostra anima fuoriesce dal corpo così come nell'uscita astrale consapevole.
L’unica differenza consiste nel cordone astrale che, da vivi, ci lega al corpo fisico, il quale ci richiama al nostro involucro fisico nel caso di bilocazione prolungata o se disturbati mentre siamo in astrale. Molti libri della saga "New Age" presentano il viaggio astrale quale pratica molto pericolosa, altri lo sminuiscono facendolo sembrare più semplice di ciò che in realtà é; personalmente non sono d’accordo: i pericoli di una realtà energetica quale quella astrale provengono unicamente dalle nostre emanazioni mentali ma questo non significa che non ve ne siano. Nella realtà astrale, estremamente "sottile" in confronto alla materia fisica, l’energia mentale ha il potere di modellare, anche inconsapevolmente, la materia energetica circostante creando l’ambiente in cui ci troveremo e, a volte, attirando entità energetiche, siano esse gradevoli o sgradevoli (difficile distinguere quelle create dai nostri pensieri da quelle autonome). Da quest’ultima eventualità ci si può proteggere nella preparazione all’uscita corporea, cercando di risvegliare in sé amore verso tutte le cose, ondate di sentimento pregnante di unità col creato.... Per scoprire il resto dell'articolo visita questo sito
L’unica differenza consiste nel cordone astrale che, da vivi, ci lega al corpo fisico, il quale ci richiama al nostro involucro fisico nel caso di bilocazione prolungata o se disturbati mentre siamo in astrale. Molti libri della saga "New Age" presentano il viaggio astrale quale pratica molto pericolosa, altri lo sminuiscono facendolo sembrare più semplice di ciò che in realtà é; personalmente non sono d’accordo: i pericoli di una realtà energetica quale quella astrale provengono unicamente dalle nostre emanazioni mentali ma questo non significa che non ve ne siano. Nella realtà astrale, estremamente "sottile" in confronto alla materia fisica, l’energia mentale ha il potere di modellare, anche inconsapevolmente, la materia energetica circostante creando l’ambiente in cui ci troveremo e, a volte, attirando entità energetiche, siano esse gradevoli o sgradevoli (difficile distinguere quelle create dai nostri pensieri da quelle autonome). Da quest’ultima eventualità ci si può proteggere nella preparazione all’uscita corporea, cercando di risvegliare in sé amore verso tutte le cose, ondate di sentimento pregnante di unità col creato.... Per scoprire il resto dell'articolo visita questo sito
I 7 Corpi
I 7 CorpiIl Viaggio Astrale è la possibilità di abbandonare il proprio corpo e viaggiare con l'anima.In verità non c'...
Posted by I 36 Decani on Lunedì 15 giugno 2015
Il fisico, l'eterico, l'astrale, il mentale, lo spirituale, il cosmico e il nirvanico.
Il corpo eterico può viaggiare nello spazio, ma non nel tempo.
Il corpo astrale può viaggiare sia attraverso lo spazio che nel tempo, ma solo in direzione del passato, non verso il futuro.
Il quarto corpo, il mentale, può viaggiare sia nel passato che nel futuro.
Il quinto corpo, quello spirituale, oltrepassa il regno del tempo e dell'individualità. Può viaggiare nel passato dell'intera esistenza, ma non nel futuro. Due persone che siano giunte entrambe alla realizzazione del quinto corpo possono viaggiare insieme, altrimenti è impossibile. Normalmente è impossibile avere un viaggio in comune con altri, ma dal quinto corpo in poi, lo stesso viaggio può essere vissuto da più persone contemporaneamente.
Il sesto e il settimo corpo sono troppo complessi per poterne parlare.
Viste le possibilità che offre il Viaggio Astrale è ovvio che questo non va intrapreso per futili motivi ma per un desiderio di crescita spirituale. Tutti noi durante la notte, mentre dormiamo, abbandoniamo il nostro corpo fisico. Il corpo astrale infatti può lasciare il corpo fisico con grande facilità e spostarsi da un luogo all'altro. A volte queste esperienze possono essere rielaborate dalla nostra mente e ricordate sotto forma di sogni. Non tutti i sogni però possono essere originati da un'esperienza fuori dal corpo, infatti se mentre dormiamo una persona ci mette, ad esempio, uno straccio bagnato intorno alle caviglie è possibile che cominciamo a sognare di attraversare un fiume. Questo è chiaramente un sogno causato dal corpo fisico e non causato da un'esperienza fuori dal corpo.
Per riuscire a fare un Viaggio Astrale bisogna restare svegli nel corpo che si addormenta. Normalmente quando ci addormentiamo passiamo dallo stato di coscienza a quello di incoscienza, ma noi non siamo il nostro corpo, è quindi possibile restare coscienti mentre il corpo si addormenta. A questo punto si possono avvertire delle vibrazioni, è questo il momento per provare ad uscire dal corpo, lentamente. Ognuno deve trovare il suo metodo, senza farsi prendere dall'emozione altrimenti si ricade subito dentro il corpo e ci si sveglia (cioè si torna ad essere coscienti nel corpo fisico). Quando fate un Viaggio Astrale trasferite la vostra coscienza in un altro corpo.
Fonte
Il corpo eterico può viaggiare nello spazio, ma non nel tempo.
Il corpo astrale può viaggiare sia attraverso lo spazio che nel tempo, ma solo in direzione del passato, non verso il futuro.
Il quarto corpo, il mentale, può viaggiare sia nel passato che nel futuro.
Il quinto corpo, quello spirituale, oltrepassa il regno del tempo e dell'individualità. Può viaggiare nel passato dell'intera esistenza, ma non nel futuro. Due persone che siano giunte entrambe alla realizzazione del quinto corpo possono viaggiare insieme, altrimenti è impossibile. Normalmente è impossibile avere un viaggio in comune con altri, ma dal quinto corpo in poi, lo stesso viaggio può essere vissuto da più persone contemporaneamente.
Il sesto e il settimo corpo sono troppo complessi per poterne parlare.
Viste le possibilità che offre il Viaggio Astrale è ovvio che questo non va intrapreso per futili motivi ma per un desiderio di crescita spirituale. Tutti noi durante la notte, mentre dormiamo, abbandoniamo il nostro corpo fisico. Il corpo astrale infatti può lasciare il corpo fisico con grande facilità e spostarsi da un luogo all'altro. A volte queste esperienze possono essere rielaborate dalla nostra mente e ricordate sotto forma di sogni. Non tutti i sogni però possono essere originati da un'esperienza fuori dal corpo, infatti se mentre dormiamo una persona ci mette, ad esempio, uno straccio bagnato intorno alle caviglie è possibile che cominciamo a sognare di attraversare un fiume. Questo è chiaramente un sogno causato dal corpo fisico e non causato da un'esperienza fuori dal corpo.
Per riuscire a fare un Viaggio Astrale bisogna restare svegli nel corpo che si addormenta. Normalmente quando ci addormentiamo passiamo dallo stato di coscienza a quello di incoscienza, ma noi non siamo il nostro corpo, è quindi possibile restare coscienti mentre il corpo si addormenta. A questo punto si possono avvertire delle vibrazioni, è questo il momento per provare ad uscire dal corpo, lentamente. Ognuno deve trovare il suo metodo, senza farsi prendere dall'emozione altrimenti si ricade subito dentro il corpo e ci si sveglia (cioè si torna ad essere coscienti nel corpo fisico). Quando fate un Viaggio Astrale trasferite la vostra coscienza in un altro corpo.
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Paralisi notturne
Immaginiamo che si trovi un meccanismo per cui, chiunque in piena coscienza, possa staccarsi dal corpo passare tra muri, volare dove vuole, incontrare i trapassati, creare mondi immaginari ecc. Provare a se stessi che abitiamo un corpo fisico ma che, prima di tutto, siamo spirito: quando il corpo muore si torna allo spirito (probabilmente non si muore). Cosa ne dite? Tutto ciò sarebbe fantastico e da quanto ho sentito esistono alcune tecniche o meglio accorgimenti che possono aiutare, e solo chi è spinto alla ricerca, prova. Siamo in pochi e siamo catalogati come: invasati, ricercatori, curiosi, seguaci, affascinati chiamati anche creduloni. Il problema della nostra credibilità è questo: siamo isolati da quello che viene chiamato pensiero dicotomizzato , la più grave malattia della mente. Noi curiosi o ricercatori siamo considerati matti o per lo meno, con benevolenza, quando accenniamo a "qualcosa", le nostre parole entrano da un lato ed escono dall'altro; la coscienza collettiva ha un potere di ostruzione dicotomico incredibile. Non si capisce bene se è l’ignoranza, in buona fede, o qualcuno che controlla, il fatto è che il risveglio dell’umanità è troppo lento rispetto alla velocità di distruzione del pianeta. L’unica cosa è svegliarci, se no come dei tossici, distruggeremo ciò che ci serve per vivere con la scusa di "rimandare" grazie ad un benessere momentaneo. Stato di paralisi (tra la veglia ed il sonno): si è provato essere una porta per l’uscita dal corpo. Ad una buona percentuale di persone capita di viverla naturalmente e spesso i soggetti ai quali avviene, ricorrono a medici- psicofarmaci, preti, esorcisti, stregoni ma nessuno sa dare risposte esaurienti, anzi chi ne sa qualcosa cerca di depistare..
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Viaggio Astrale - Vibrazioni
Una delle cose più comuni che accade in fase di sdoppiamento e’ quella di sentire addosso delle vibrazioni, come una sorta di scossa elettrica mista formicolio che pervade tutto il corpo. Le vibrazioni possono variare di intensità e di rumorosità: mi spiego, il tipo di vibrazioni che uno sente addosso segnano il grado di evoluzione della persona stessa, ma può variare a secondo dei periodi per cause di sentimenti o problemi legati alla vita che in qualche modo dobbiamo risolvere, a volte esse sono così intense da generare una sorta di dolore, nulla di grave, ma si sente.... Tutti noi vibriamo ad una certa frequenza, più la frequenza e' alta e più piacevole sarà l'esperienza in astrale, con tanto di situazioni adatte per l'evento, quindi in pratica una persona con sentimenti negativi, una persona perciò "cattiva" ha un livello di vibrazioni basso e lento sia nella vita fisica che in quella astrale, di conseguenza nei suoi viaggi astrali si troverà spesso in luoghi tetri in compagnia di forme di vita degradanti, dovrà migliorare il suo stile di vita per accedere a piani superiori, immaginate il mondo astrale fatto a strati, dal basso verso l'alto, tutti vivrete la stessa realtà ma con sfumature diverse a seconda del vostro stile di vita, cioè del vostro modo di vibrare. Per quanto riguarda il rumore delle vibrazioni, spesso sono rimasto sorpreso anche io, a volte non si sente addirittura nulla ma a volte e’ straordinario, come se dentro di voi ci fosse uno zanzarone gigantesco, o un frullatore acceso, il rumore e’ tipo questi due esempi più o meno intenso a seconda delle volte...... Quando dopo un esercizio per sdoppiarvi o durante la notte sentite che vi stanno salendo le vibrazioni addosso, quello e’ il momento buono per uscire dal corpo... ...continua su Spiritualità
Viaggio Astrale - Intenzioni
Se volessimo metterci a fare considerazioni sugli aspetti soggettivi e tecnici che alla fine portano un individuo al raggiungimento di un’ esperienza extracorporea cosciente ci accorgeremmo subito che: non solo sussistono oggi più che mai ostacoli difficilmente sormontabili come lo scetticismo o la paura, ma che vi è anche una sorta di “difficoltà comunicativa” che talvolta finisce col rendere molto complessi, se non impossibili i dialoghi in materia che finiscono inevitabilmente con l’essere buttati sullo scherzo o sull'indifferenza. Dietro a questi enormi giri di parole vi è la consapevolezza che purtroppo esiste una sorta di “insoddisfazione cronica” che rende i discorsi che si incentrano su questi argomenti molto difficili se non impossibili da comprendere a chi si avvicina, magari per la prima volta, spinto da voglia di approfondimento o semplice curiosità. Ho voluto fare queste considerazioni iniziali per introdurre l’argomento delle intenzioni che ritengo essere di estrema importanza anche alla luce di ciò che ho potuto scoprire analizzando genericamente quesiti che vengono posti da persone che hanno magari notevole interesse per la materia e che vorrebbero approfondire spendendo energia e volontà al fine magari di provare nuove esperienze oppure conoscere semplicemente se stessi dal didentro. Solitamente tutti coloro che in questo caso rivestono il ruolo di “curiosi” e che appunto vorrebbero maggiori delucidazioni in materia, generalmente si aspettano una sorta di “manuale di istruzioni” che, come nel caso di un elettrodomestico, fornisca passo per passo delucidazioni ed informazioni senza equivoci che conducano presto ad un risultato sicuro. Spesso, quando ci si trova a colloquiare direttamente con queste persone, ci si rende conto che esse hanno una grande smania di conoscenza e una curiosità talvolta fastidiosa, come si può biasimarli? Sfido chiunque a non essere curioso in materia, io stesso lo sono ancora molto e certe volte risulto essere pedante e fastidioso all'ennesima potenza… molte volte capita anche che a domande così frequenti ed insistenti si risponda di fretta, o considerando unicamente la propria esperienza, finendo così per fomentare una serie di credenze che a lungo andare potrebbero avere un effetto contrario sulla gente curiosa ed interessata, scoraggiandola. Mi spiego meglio … continua su SPIRITUALITÀ.com
Il Viaggio Astrale - Obe e Pericoli
Quando si provocano delle Obe o semplicemente si decide di averle, può capitare, anzi, capita che quando meno ce lo aspettiamo durante il sonno o la meditazione si prenda improvvisamente coscienza del fatto che il fisico dorme e si decide di proiettarsi intenzionalmente al di fuori, visto l'obiettivo prefissato prima del rilassamento e/o sonno era di avere Obe. C'è la fase di "lancio" vero e proprio e la cosa è un po’ violenta, inutile dire che ci si spaventa un bel po’, visto che si è consci di non essere più nel corpo. Lo scenario che ci appare può non essere consueto, può non essere la nostra stanza, può essere confuso, se non addirittura buio e/o losco. Potremmo avere la sensazione di essere lontanissimi dal tempo e dallo spazio...
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Il Viaggio Astrale - Il risveglio del Nephesh
Vari tentativi sono stati fatti per descrivere il "doppio" e ciò che si sperimenta con esso, ed inevitabilmente (accade sempre quando qualcosa diventa di domino pubblico) è stata fatta molta confusione di termini e di esperienze, tanto che a volte non si capisce se si sta parlando di una cosa o di un'altra. Questo "caos" è stato alimentato (e come dubitarne) molto spesso anche da più o meno validi ordini magici che basano parte delle loro "tecniche" sull'uscita dal corpo. Vediamo di fare un po' di chiarezza nei termini ed in ciò che accade. Diciamo che la "proiezione" si può dividere grossolanamente in quattro esperienze definite sia per utilità che per difficoltà:
Proiezione mentale: questa è la proiezione più diffusa e viene molto spesso inter-scambiata con la proiezione astrale vera e propria, data la facilità con cui vi si può accedere rispetto alle altre. Di solito la maggior parte di coloro che hanno esperienze col "doppio" entrano in questo tipo di proiezione perché non richiede nessun tipo di accorgimento. E' anche la proiezione più usata in magia dato che ha un valore puramente simbolico, anche se alcuni "ordini" più o meno incompetenti non conoscono a loro volta la differenza. Ciò che si sperimenta in una proiezione mentale, che poi, ripeto, è la più diffusa, è totalmente simbolico e quindi soggettivo. Non a caso viene anche indicata come "proiezione di sogno". La volontà è la forza che tiene in piedi il "mondo" che si sperimenta. Quando si sente parlare di proiezione astrale di solito si parla di questo tipo di proiezione. Un gruppo di scienziati americani, ad esempio, ha fatto un esperimento prendendo come campione venti volontari in grado di uscire dal proprio corpo ed ha posto loro il seguente compito: nella stanza adiacente erano chiuse tre persone che stavano discutendo di argomenti prestabiliti ed i candidati dovevano, in astrale, riuscire ad entrare nella stanza e seguire le suddette conversazioni. Nessuno di loro fu in grado di farlo nonostante tutti avessero avuto l'esperienza di entrare nella stanza accanto e seguire una conversazione. Questo ha "provato" a quegli scienziati che il viaggio astrale è solo una fantasia sviluppata in modo più o meno concreto. Semplicemente, invece, i volontari non erano in grado di sperimentare una vera e propria "proiezione astrale".
Proiezione astrale: richiede un Corpo di Luce ben formato od una predisposizione naturale per essere sperimentata. Ciò che avviene in questo tipo di proiezione è *oggettivo*, e la volontà ha un valore puramente personale, non cambia ciò che avviene all'esterno. Il classico tipo di proiezione astrale vera e propria è quando si agisce nel "mondo fisico" col doppio e ciò che si sperimenta ha luogo realmente ed oggettivamente. A differenza di quanto si creda per arrivare a questo tipo di proiezione bisogna avere o una predisposizione naturale oppure bisogna lavorare duro per formare completamente il doppio.
Un modo un po' grossolano per appurare se il mondo in cui siamo ha valore oggettivo oppure no è quello di cercare di cambiare ciò che si vede con la propria volontà: ad esempio, se si va a cercare di vedere cosa sta facendo un nostro conoscente in questo mondo e lo si vede scrivere, provare con il pensiero o la volontà a pretendere che stia invece facendo qualsiasi altra cosa, come nuotare; se la scena cambierà non siete in una "proiezione astrale".
Un modo invece più specifico e che richiede un po' di pratica è quello di appurare se il mondo che stiamo visitando riflette "energia".
Proiezione eterica: è un raffinamento dell'esperienza precedente. In questo caso si da ancora più corpo al "doppio" attraverso la respirazione e la cosiddetta "corda d'argento". Per esattezza la tecnica si basa sul trasferire ancora più sostanza eterea (che poi è quella che ci da la vita) e quindi più consapevolezza nel corpo astrale di modo che il "corpo di luce" abbia ancora più influenza (e di conseguenza ne sia ancora più influenzato) sul mondo oggettivo che stiamo sperimentando. In una proiezione astrale comune la quantità di consapevolezza mentre si vive l'esperienza difficilmente supera il 60-70%, mentre nella proiezione mentale non supera il 50%. In questo caso si ha consapevolezza al 100%. Questo tipo di proiezione incomincia ad avere i suoi pericoli, e da qui nascono i pochi casi di persone che si sono trovate per puro caso in questo stato ed hanno riportato storie sul fatto che ciò che si verifica sul piano astrale viene poi rivissuto sul corpo fisico. Premesso che bisogna avere una ben rara predisposizione naturale per potere entrare casualmente in questo tipo di proiezione, è vero che a questo stadio ciò che si vive nella proiezione è effettivamente rivissuto nel fisico. Ad esempio se qualcosa ci rompe un braccio, state sicuri che vi troverete rientrando nel corpo fisico con un braccio rotto. E questo sia perché ciò che si vive è oggettivo (come nel primo caso) e sia perché in questo tipo di proiezione il corpo di luce ha in esso la parte che ci permette di vivere.
Sdoppiamento:....per scoprire il resto visitate la pagina Spiritualita.altervista.org
Proiezione mentale: questa è la proiezione più diffusa e viene molto spesso inter-scambiata con la proiezione astrale vera e propria, data la facilità con cui vi si può accedere rispetto alle altre. Di solito la maggior parte di coloro che hanno esperienze col "doppio" entrano in questo tipo di proiezione perché non richiede nessun tipo di accorgimento. E' anche la proiezione più usata in magia dato che ha un valore puramente simbolico, anche se alcuni "ordini" più o meno incompetenti non conoscono a loro volta la differenza. Ciò che si sperimenta in una proiezione mentale, che poi, ripeto, è la più diffusa, è totalmente simbolico e quindi soggettivo. Non a caso viene anche indicata come "proiezione di sogno". La volontà è la forza che tiene in piedi il "mondo" che si sperimenta. Quando si sente parlare di proiezione astrale di solito si parla di questo tipo di proiezione. Un gruppo di scienziati americani, ad esempio, ha fatto un esperimento prendendo come campione venti volontari in grado di uscire dal proprio corpo ed ha posto loro il seguente compito: nella stanza adiacente erano chiuse tre persone che stavano discutendo di argomenti prestabiliti ed i candidati dovevano, in astrale, riuscire ad entrare nella stanza e seguire le suddette conversazioni. Nessuno di loro fu in grado di farlo nonostante tutti avessero avuto l'esperienza di entrare nella stanza accanto e seguire una conversazione. Questo ha "provato" a quegli scienziati che il viaggio astrale è solo una fantasia sviluppata in modo più o meno concreto. Semplicemente, invece, i volontari non erano in grado di sperimentare una vera e propria "proiezione astrale".
Proiezione astrale: richiede un Corpo di Luce ben formato od una predisposizione naturale per essere sperimentata. Ciò che avviene in questo tipo di proiezione è *oggettivo*, e la volontà ha un valore puramente personale, non cambia ciò che avviene all'esterno. Il classico tipo di proiezione astrale vera e propria è quando si agisce nel "mondo fisico" col doppio e ciò che si sperimenta ha luogo realmente ed oggettivamente. A differenza di quanto si creda per arrivare a questo tipo di proiezione bisogna avere o una predisposizione naturale oppure bisogna lavorare duro per formare completamente il doppio.
Un modo un po' grossolano per appurare se il mondo in cui siamo ha valore oggettivo oppure no è quello di cercare di cambiare ciò che si vede con la propria volontà: ad esempio, se si va a cercare di vedere cosa sta facendo un nostro conoscente in questo mondo e lo si vede scrivere, provare con il pensiero o la volontà a pretendere che stia invece facendo qualsiasi altra cosa, come nuotare; se la scena cambierà non siete in una "proiezione astrale".
Un modo invece più specifico e che richiede un po' di pratica è quello di appurare se il mondo che stiamo visitando riflette "energia".
Proiezione eterica: è un raffinamento dell'esperienza precedente. In questo caso si da ancora più corpo al "doppio" attraverso la respirazione e la cosiddetta "corda d'argento". Per esattezza la tecnica si basa sul trasferire ancora più sostanza eterea (che poi è quella che ci da la vita) e quindi più consapevolezza nel corpo astrale di modo che il "corpo di luce" abbia ancora più influenza (e di conseguenza ne sia ancora più influenzato) sul mondo oggettivo che stiamo sperimentando. In una proiezione astrale comune la quantità di consapevolezza mentre si vive l'esperienza difficilmente supera il 60-70%, mentre nella proiezione mentale non supera il 50%. In questo caso si ha consapevolezza al 100%. Questo tipo di proiezione incomincia ad avere i suoi pericoli, e da qui nascono i pochi casi di persone che si sono trovate per puro caso in questo stato ed hanno riportato storie sul fatto che ciò che si verifica sul piano astrale viene poi rivissuto sul corpo fisico. Premesso che bisogna avere una ben rara predisposizione naturale per potere entrare casualmente in questo tipo di proiezione, è vero che a questo stadio ciò che si vive nella proiezione è effettivamente rivissuto nel fisico. Ad esempio se qualcosa ci rompe un braccio, state sicuri che vi troverete rientrando nel corpo fisico con un braccio rotto. E questo sia perché ciò che si vive è oggettivo (come nel primo caso) e sia perché in questo tipo di proiezione il corpo di luce ha in esso la parte che ci permette di vivere.
Sdoppiamento:....per scoprire il resto visitate la pagina Spiritualita.altervista.org
SIMBOLISMO NELLA TESSITURA SARDA
L’antica arte della tessitura ha origini molto antiche e da sempre ha ispirato metafore relative all'uomo e alla vita. Nella mitologia greca Esiodo ricorda le tre Moire Cloto, Lachesi e Atropo, divinità che tenevano nelle loro mani il filo della vita umana. La prima moira avvolgeva lo stame nella canocchia, la seconda lo filava con il fuso e la terza lo recideva quando il destino si era compiuto.
Presso i Greci e i Latini le tessitrici, insieme ai generali e ai sapienti, erano poste sotto la protezione della dea Pallade o Minerva, invece Platone vedeva nella tessitura l’archetipo dell’arte di governo e applicò questo concetto nella sua idea di Repubblica.
Durante il Medioevo l’Arte della Lana era la massima tra le arti maggiori
Può darsi che anche il telaio artigianale fosse un archetipo, nei tempi antichi ogni cosa era divina, anche le invenzioni dell’uomo. Nonostante il passare dei secoli e l’evoluzione della scienza, la metafora esistenziale della tessitura rimase forte nell'ambito letterario e in quello filosofico, basti pensare a Goethe che nell’atto I del Faust sostiene che ogni vero filosofo debba pensare come un tessitore. In Sardegna la tessitura fu praticata già dal Neolitico Medio (4000 - 3500 a.C.) come testimoniano gli strumenti per la lavorazione dei tessuti, come le fusaiole e i pesi da telaio, rinvenuti in diversi siti archeologici. Gli elementi decorativi della tessitura sarda, pur mantenendo una loro peculiarità, nel corso dei secoli furono soggetti ad adattamenti e modifiche dovuti ai nuovi motivi importati, assorbiti e adattati alle esigenze artistiche dell’Isola.
Secondo Gerolama Carta Mantiglia tra le varie categorie decorative si possono individuare i motivi geometrici, naturalistici, antropomorfi, religiosi e araldici
I motivi geometrici
Sono i più antichi e semplici e si dividono in rettilinei e curvilinei. Secondo Jung in ogni motivo è presente un messaggio simbolico, ad esempio il quadrato e il cerchio irradiano armonia, mentre l’ondulato rievoca il mare, il dentellato le montagne e la losanga l’occhio
I motivi naturalistici
Con le loro rappresentazioni vegetali, floreali e animali devono la loro origine nella tradizione iconografica tessile dell’Italia cinquecentesca e barocca; sono comunque presenti varietà di origine più antica come la palma che viene fatta risalire alle manifatture siriane, persiane, sassanidi, bizantine e lucchesi attive nei secoli VIII e XIII.
Tra le rappresentazioni vegetali e floreali riveste una grandissima importanza l’albero della vita che simboleggia il carattere ciclico dell’esistenza umana e dell’evoluzione cosmica, in perpetua rigenerazione, le tre parti di cui si compone mettono in comunicazione i tre livelli fondamentali planetari: l’acqua trova la sua espressione nelle radici, la terra nella parte superficiale rappresentata dal tronco e l’aria nei rami
Nei tessuti sardi vengono rappresentate anche altre varietà:
- il fiore e il frutto di melograno che auspica l’ immortalità, la fecondità e la ricchezza;
- i tralci di vite con grappoli d’uva che ha valenza sia cattolica nell'Eucarestia, sia profana nell'auspicio di fertilità e abbondanza;
- il fiore di cardo che è l’emblema di austerità e di longevità;
- l’acanto che è la metafora della verginità;
- il ramo di quercia che da solo simboleggia l’immortalità e la durevolezza, arricchito di ghiande la virilità;
- la rosa che tra il XVII e il XVIII sec. fu metafora della femminilità, in ambito cristiano rappresenta la trasfigurazione delle gocce del sangue del Cristo e, nella variante selvatica pentalobata, fu collegata dalla mistica medievale alle cinque piaghe del Crocifisso e quindi alla resurrezione.
I motivi zoomorfi
Testimoniano i contatti dell’Isola con l’Oriente, tra questi ricordiamo soprattutto:
- l’aquila che rappresenta l’ascesa spirituale, l’Aquila bicipite rappresenta invece il potere supremo;
- il pavone che in ambito cristiano rappresenta la resurrezione e l’immortalità;
- il cervo (rappresentato nelle pitture preistoriche delle caverne con il toro e il cavallo) che simboleggia la mitezza. Le sue corna sono associate ai raggi solari o ai rami d’albero che si rigenerano ad ogni primavera; l’iconografia cristiana associa questo animale al Battesimo e all'Eucarestia perché ritenuto in grado di guarire dalle ferite dei cacciatori bevendo acqua di fonte o mangiando un’erba officinale considerata miracolosa, il dittamo;
- il leone che è l’equivalente dell’aquila sulla terra;
- il cavallo che è l’ incarnazione simbolica di forza e virilità, nobiltà e intelligenza.
Posto, in origine, in relazione con il regno dei morti, al suo cranio si davano poteri apotropaici.
Il cavaliere aumenta il suo valore nobiliare per la sua appartenenza ad una classe guerriera con codice d’onore
Presso i Greci e i Latini le tessitrici, insieme ai generali e ai sapienti, erano poste sotto la protezione della dea Pallade o Minerva, invece Platone vedeva nella tessitura l’archetipo dell’arte di governo e applicò questo concetto nella sua idea di Repubblica.
Durante il Medioevo l’Arte della Lana era la massima tra le arti maggiori
Può darsi che anche il telaio artigianale fosse un archetipo, nei tempi antichi ogni cosa era divina, anche le invenzioni dell’uomo. Nonostante il passare dei secoli e l’evoluzione della scienza, la metafora esistenziale della tessitura rimase forte nell'ambito letterario e in quello filosofico, basti pensare a Goethe che nell’atto I del Faust sostiene che ogni vero filosofo debba pensare come un tessitore. In Sardegna la tessitura fu praticata già dal Neolitico Medio (4000 - 3500 a.C.) come testimoniano gli strumenti per la lavorazione dei tessuti, come le fusaiole e i pesi da telaio, rinvenuti in diversi siti archeologici. Gli elementi decorativi della tessitura sarda, pur mantenendo una loro peculiarità, nel corso dei secoli furono soggetti ad adattamenti e modifiche dovuti ai nuovi motivi importati, assorbiti e adattati alle esigenze artistiche dell’Isola.
Secondo Gerolama Carta Mantiglia tra le varie categorie decorative si possono individuare i motivi geometrici, naturalistici, antropomorfi, religiosi e araldici
I motivi geometrici
Sono i più antichi e semplici e si dividono in rettilinei e curvilinei. Secondo Jung in ogni motivo è presente un messaggio simbolico, ad esempio il quadrato e il cerchio irradiano armonia, mentre l’ondulato rievoca il mare, il dentellato le montagne e la losanga l’occhio
I motivi naturalistici
Con le loro rappresentazioni vegetali, floreali e animali devono la loro origine nella tradizione iconografica tessile dell’Italia cinquecentesca e barocca; sono comunque presenti varietà di origine più antica come la palma che viene fatta risalire alle manifatture siriane, persiane, sassanidi, bizantine e lucchesi attive nei secoli VIII e XIII.
Tra le rappresentazioni vegetali e floreali riveste una grandissima importanza l’albero della vita che simboleggia il carattere ciclico dell’esistenza umana e dell’evoluzione cosmica, in perpetua rigenerazione, le tre parti di cui si compone mettono in comunicazione i tre livelli fondamentali planetari: l’acqua trova la sua espressione nelle radici, la terra nella parte superficiale rappresentata dal tronco e l’aria nei rami
Nei tessuti sardi vengono rappresentate anche altre varietà:
- il fiore e il frutto di melograno che auspica l’ immortalità, la fecondità e la ricchezza;
- i tralci di vite con grappoli d’uva che ha valenza sia cattolica nell'Eucarestia, sia profana nell'auspicio di fertilità e abbondanza;
- il fiore di cardo che è l’emblema di austerità e di longevità;
- l’acanto che è la metafora della verginità;
- il ramo di quercia che da solo simboleggia l’immortalità e la durevolezza, arricchito di ghiande la virilità;
- la rosa che tra il XVII e il XVIII sec. fu metafora della femminilità, in ambito cristiano rappresenta la trasfigurazione delle gocce del sangue del Cristo e, nella variante selvatica pentalobata, fu collegata dalla mistica medievale alle cinque piaghe del Crocifisso e quindi alla resurrezione.
I motivi zoomorfi
Testimoniano i contatti dell’Isola con l’Oriente, tra questi ricordiamo soprattutto:
- l’aquila che rappresenta l’ascesa spirituale, l’Aquila bicipite rappresenta invece il potere supremo;
- il pavone che in ambito cristiano rappresenta la resurrezione e l’immortalità;
- il cervo (rappresentato nelle pitture preistoriche delle caverne con il toro e il cavallo) che simboleggia la mitezza. Le sue corna sono associate ai raggi solari o ai rami d’albero che si rigenerano ad ogni primavera; l’iconografia cristiana associa questo animale al Battesimo e all'Eucarestia perché ritenuto in grado di guarire dalle ferite dei cacciatori bevendo acqua di fonte o mangiando un’erba officinale considerata miracolosa, il dittamo;
- il leone che è l’equivalente dell’aquila sulla terra;
- il cavallo che è l’ incarnazione simbolica di forza e virilità, nobiltà e intelligenza.
Posto, in origine, in relazione con il regno dei morti, al suo cranio si davano poteri apotropaici.
Il cavaliere aumenta il suo valore nobiliare per la sua appartenenza ad una classe guerriera con codice d’onore
La cattedrale di Chartres
Il mondo antico, come tutti sappiamo, aveva ben “sette meraviglie”: il tempio Diana ad Efeso, la piramide di Cheope, il Colosso di Rodi, il Mausoleo di Alicarnasso, la statua di Giove ad Olimpia, i giardini pensili di Babilonia, il Faro di Alessandria. Queste costruzioni, con la grandiosità della loro costruzione e la bellezza delle loro forme, segnano, come tappe, la storia dell’uomo ed il progresso della sua abilità costruttiva. Anche il mondo moderno, però, ha delle meraviglie e ben più di sette, anche se queste non sono ufficialmente riconosciute. Una di queste costruzioni si trova su suolo francese ed ha una grande importanza nella storia religiosa medioevale francese. Si tratta della cattedrale di Chartres, detta anche “la cattedrale delle cattedrali”. La città di Chartres si trova a cento chilometri da Versailles, in quell’ipotetico cerchio che racchiude i maggiori centri del nord della Francia, il cosiddetto “Ille de France”, lungo la riva del fiume Eure. Si tratta di una piccola città di 20.000 abitanti, al cui centro, molto industrializzato, fa da contraltare la periferia, dove ancora ci si dedica all'agricoltura.... continua
Viaggi Astrali - Paura
E’ davvero difficile descrivere una sensazione che di per se è molto personale e indefinibile, spesso alimentata da pensieri o parole che hanno fatto parte della nostra infanzia. Una cosa è certa: La paura esiste solo nel momento in cui la pensiamo.
Avete mai camminato nel buio? Ammettiamo di si, stavate passeggiando nel buio pensando ai vostri affari, tranquilli e consapevoli, dirigendovi verso casa… Ad un tratto alzate lo sguardo e pensate che intorno a voi è buio! Da qui in poi la vostra passeggiata diventa una corsa verso casa piena di sguardi tutt'attorno e piena di figure spaventose come alberi nella penombra….
Sarebbe cambiato qualcosa se non aveste avuto paura? Di fatto è solo la nostra mente che modifica il modo in cui percepiamo l’ambiente attorno a noi, quindi lo stesso ambiente può essere pauroso oppure no a seconda di quello che pensiamo…
La stessa cosa si può applicare al viaggio astrale, sicuramente è più difficile, per via delle incognite dell’inesplorato, dello sconosciuto, anche se in realtà facciamo sempre viaggi astrali, bisogna solo diventarne coscienti. E’ certo che al momento del distacco dal corpo ci assalgono tantissime paure che sino al momento prima non c’erano, un po’ è dovuto al nostro subconscio ed un po’ a noi stessi, stranamente ci vengono alla mente le paure più strane, ma è tutto un imbroglio che ci rovina l’uscita. Le meraviglie che ci attendono una volta usciti dal corpo sono montagne rispetto ad un granello di paura che ci assale.. Anche qui si tratta di controllo sulla nostra mente e capire che le paure che ci assalgono non hanno fondamenta e sono solo scaturite dal nostro subconscio per non farci lasciare il corpo. Avete mai avuto paura durante la notte? E’ mai cambiato nulla? Vi ha mai assalito qualcuno nel sonno? E’ mai uscita qualche losca presenza da sotto il letto? Mai!!
“La paura è una fobia che più si alimenta e più diventa grande,
dobbiamo pensare con positività e scontrarci con noi stessi! ”
Fonte
Avete mai camminato nel buio? Ammettiamo di si, stavate passeggiando nel buio pensando ai vostri affari, tranquilli e consapevoli, dirigendovi verso casa… Ad un tratto alzate lo sguardo e pensate che intorno a voi è buio! Da qui in poi la vostra passeggiata diventa una corsa verso casa piena di sguardi tutt'attorno e piena di figure spaventose come alberi nella penombra….
Sarebbe cambiato qualcosa se non aveste avuto paura? Di fatto è solo la nostra mente che modifica il modo in cui percepiamo l’ambiente attorno a noi, quindi lo stesso ambiente può essere pauroso oppure no a seconda di quello che pensiamo…
La stessa cosa si può applicare al viaggio astrale, sicuramente è più difficile, per via delle incognite dell’inesplorato, dello sconosciuto, anche se in realtà facciamo sempre viaggi astrali, bisogna solo diventarne coscienti. E’ certo che al momento del distacco dal corpo ci assalgono tantissime paure che sino al momento prima non c’erano, un po’ è dovuto al nostro subconscio ed un po’ a noi stessi, stranamente ci vengono alla mente le paure più strane, ma è tutto un imbroglio che ci rovina l’uscita. Le meraviglie che ci attendono una volta usciti dal corpo sono montagne rispetto ad un granello di paura che ci assale.. Anche qui si tratta di controllo sulla nostra mente e capire che le paure che ci assalgono non hanno fondamenta e sono solo scaturite dal nostro subconscio per non farci lasciare il corpo. Avete mai avuto paura durante la notte? E’ mai cambiato nulla? Vi ha mai assalito qualcuno nel sonno? E’ mai uscita qualche losca presenza da sotto il letto? Mai!!
“La paura è una fobia che più si alimenta e più diventa grande,
dobbiamo pensare con positività e scontrarci con noi stessi! ”
Fonte
Il principe alchimista Raimondo di Sangro
Raimondo di Sangro (Torremaggiore 1710 – Napoli 1771), discendente diretto della stirpe carolingia e gran maestro della setta massonica dei Rosacroce, rimane uno dei più oscuri e controversi personaggi della storia dell’Alchimia. Di Sangro è noto per alcune invenzioni che lo hanno reso allo stesso tempo famoso ed inquietante. Di alcune di esse abbiamo le prove tangibili, mentre di altre solo dei resoconti destinati a rimanere in bilico tra il serio ed il faceto.
Stando alle testimonianze dell’epoca sembra infatti che egli sia riuscito a realizzare il “c.d. lume eterno”, un focolare in grado di bruciare per millenni, di cui troviamo menzione nelle antiche tradizioni egizie (citaz. “Iside Svelata”, M. Blavatsky).
Di certo sappiamo invece che produsse dei mantelli impermeabili per il re Carlo III di Borbone, quando ancora non si conosceva nessun procedimento di impermeabilizzazione. Il Principe insomma dedicò tutta la sua vita all’antica arte dell'alchimia, e il suo palazzo acquistò fama di essere diventato un laboratorio. Alambicchi, forni e provette finirono per riempire tutti gli scantinati della sua sfarzosa dimora, il cui interno è ancora caratterizzato da complementi d’arte davvero unici al mondo.
Le statue che fece realizzare hanno dell’incredibile , e basta vederle per rendersene conto. Il celebre “Cristo velato”, ad esempio, sembra essere stato realizzato con la tecnica alchemica della pietrificazione. Ufficialmente infatti l’opera venne commissionata allo scultore Giuseppe Sammartino (1720-1793), ma vi sono alcune cose che non tornano.
Il corpo del Cristo dovrebbe essere stato ricavato da un unico blocco, ma osservandolo bene da vicino è possibile intravedere le membra perfettamente scolpite sotto uno strato di marmo talmente sottile da risultare trasparente. Occhi, naso, bocca, mani, piedi e persino le vene del Cristo traspaiono con stupefacente realismo davanti allo sguardo incredulo di chiunque abbia avuto la possibilità di ammirarlo da vicino.
Nessuno sa spiegare come sia stato possibile realizzare un'opera del genere, e tutte le ipotesi tradizionali prima o poi si ritrovano a dover fare i conti con l’alchimia. Peraltro non si tratta di un opera “solitaria”. A farle buona compagnia ne troviamo almeno altre due, di pari impressionante bellezza: la “Statua della Pudicizia” di Antonio Corradini, e la “Statua del disinganno” di Francesco Queirolo.
Ma mentre per la prima ritroviamo la stessa tecnica incredibile utilizzata per il Cristo velato, nella seconda possiamo osservare addirittura una complicatissima rete di pietra che avvolge la statua. Una rete che per giunta sarebbe stata ricavata dall’unico blocco a cui apparterrebbe tutta l’opera. Ma oltre ad non esistere nulla di simile al mondo, basta vedere queste sculture dal vivo, o su fotografie ad alta risoluzione, per rendersi conto della loro unicità. Per quanto concerne le ipotesi tradizionali sulla loro realizzazione, l’unica cosa certa è che non riescano a svelarne il mistero. Per tale ragione sono in molti a credere che, mentre le statue regolarmente commissionate non abbiano nulla di sorprendente, la rete e i veli delle opere siano state aggiunte dopo con qualche amalgama alchemica sconosciuta.
Nella cappella del Principe di S. Severo inoltre, sono conservate le c.d. macchine anatomiche, ovvero dei “manufatti” antropomorfi davvero raccapriccianti. Anche se per la scienza ufficiale (CICAP in testa) si tratterebbe solo di corpi umani eccezionalmente riprodotti, alcuni ricercatori indipendenti riconoscono nei loro dettagli una perfezione tale da generare forti sospetti che in realtà siano veri. Del resto, alcune caratteristiche funzionali sul loro presunto utilizzo medico risultano essere particolarmente inquietanti. Normalmente infatti, i modelli anatomici realizzati per scopi didattici sono dotati di una postura da riposo e di arti mobili. In questo caso invece, gli arti sono rigidi, perfettamente immobili e il braccio destro della donna è addirittura bloccato verso l’alto come se si fosse irrigidito durante l’ultimo spasmo vitale.
Entrambe le “macchine anatomiche” presentano inoltre solo lo scheletro e la fitta rete di vasi sanguigni umani perfettamente definiti, cuore compreso.
Ciò che fa venire i brividi a chi non ha mai creduto alla teoria accademica dei manichini, è la circostanza che la donna presenti una gravidanza in atto, con lo scheletro del povero infante perfettamente visibile. Secondo una interpretazione meno seguita, infatti, le c.d. macchine anatomiche non sarebbero altro che un uomo e una donna reali, trattati con qualche tipo di coktail chimico per via endovenosa, mentre erano ancora in vita.
Il fluido avrebbe poi “metallizzato” i vasi sanguigni dei due corpi, rendendo il materiale biologico umano irriconoscibile alle perizie scientifiche.
Fonte: Marco Pizzuti
Fonte: Marco Pizzuti
I 7 Specchi Esseni
Gli antichi Esseni identificarono, forse meglio di chiunque altro, il ruolo dei rapporti umani definendoli in sette categorie: sette misteri corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ciascun essere umano avrebbe sperimentato nel corso della propria vita di relazione. Gli esseni hanno definito queste categorie “specchi“, ricordandoci che, in ogni momento della vita, la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dallinguaggio di coloro che ci circondano.
Il primo Specchio Esseno
riguarda la nostra presenza nel momento presente. Il mistero è incentrato su cosa noi inviamo, nel presente, alle persone che ci stanno accanto. Quando ci troviamo circondati da individui e modelli di comportamento in cui dominano la rabbia o la paura, lo specchio funziona in entrambi i sensi. Potrebbe invece trattarsi di gioia, estasi e felicità perché ciò che vediamo nel primo specchio è l’immagine di quello che noi siamo nel presente. Chi ci è vicino ce lo rimanda, rispecchiandoci.
Il secondo Specchio Esseno
ha una qualità simile alla precedente, ma è un po’ più sottile, anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel presente. Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel presente?”. Se potete onestamente rispondervi con un no, c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente. La rabbia, l’astio o la gioia che voi state giudicando.
Il terzo Specchio Esseno
è uno degli specchi più facili da riconoscere, perché è percepibile ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona, quando la guardiamo negli occhi e, in quel momento, sentiamo che accade qualcosa di magico. Alla presenza di questa persona, che forse non conosciamo nemmeno, sentiamo come una scossa elettrica, la pelle d’oca sulla nuca o sulle braccia. Che cosa è successo in quell’attimo? Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi per poter sopravvivere alle esperienze della vita. Queste “parti di noi” possono venir perse più o meno consapevolmente, o portate via da coloro che esercitano un potere su di noi. Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con lui, ponetevi una domanda: che cos’ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via? La risposta potrebbe sorprendervi molto, perché in realtà riconoscerete questa “sensazione di familiarità” quasi verso chiunque incontriate. Vedrete cioè delle parti di voi stessi in tutti. Questo è il terzo mistero dei rapporti umani.
Il quarto Specchio Esseno
è una qualità un po’ diversa. Spesso nel corso degli anni ci accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli. Sovente tali comportamenti sono compulsivi e creano dipendenza. Il quarto mistero dei rapporti umani ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso esse rinunciamo lentamente proprio alle cose cui teniamo di più, le cediamo, le lasciamo. Ad esempio, quando parliamo di dipendenza e compulsione, molte persone pensano all’alcol e alla nicotina. Ma ci sono altri modelli di comportamento più sottili; si pensi all’esercizio di controllo in ambito aziendale e in famiglia, alla dipendenza dal sesso e dal possedere o generare denaro e abbondanza. Quando una persona incarna un simile modello di comportamento, può star certa che il modello, che pur è bello di per sé, si è creato lentamente nel tempo. Se riorganizziamo le nostre vite per far posto al modello dell’alcolismo o all’abuso di sostanze, forse stiamo rinunciando a porzioni della nostra vita rappresentate dalle persone che amiamo, dalla famiglia, dal lavoro, dalla nostra stessa sopravvivenza. Il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza dover arrivare agli estremi e perdendo tutto. Possiamo riconoscerlo, guarirlo e ritrovare la nostra interezza ad ogni step.
Il quinto Specchio Esseno
è forse il più potente in assoluto, perché ci permette di vedere meglio e con maggiore profondità degli altri, la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori e l’interazione che intratteniamo con loro. Attraverso esso ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le credenze e le aspettative che nutriamo nei confronti del rapporto più sacro che ci sia dato di conoscere sulla Terra: il rapporto che intercorre fra noi, la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo. La relazione con i nostri genitori può quindi svelarci il nostro rapporto con ildivino. Per esempio, se ci sentiamo continuamente giudicati o se viviamo in una condizione per cui “non è mai abbastanza”, è altamente probabile che il rapporto con i nostri genitori rifletta la seguente verità: siamo noi che, grazie alla percezione che abbiamo della nostra persona e del Creatore, crediamo di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che da noi ci si aspettava.
Il sesto Specchio Esseno
ha un nome abbastanza infausto; gli antichi lo chiamarono infatti l’oscura notte dell’anima. Ma attenzione, lo specchio in sé non è necessariamente sinistro come il nome che porta. Attraverso un’oscura notte dell’anima ci viene infatti ricordato che la vita e la natura tendono verso l’equilibrio e che ci vuole un essere magistrale per bilanciare quell'equilibrio. Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita, possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo aver accumulato gli strumenti necessari per superarle con grazia e facilità; perché è quello il solo modo per superarle. Fino a che non abbiamo fatto nostri quegli strumenti, non ci troveremo mai nelle situazioni che ci richiedono di dimostrare determinati livelli di abilità. Quindi, da questa prospettiva, le sfide più alte della vita, quelle che ci vengono imposte dai rapporti umani e forse dalla nostra stessa sopravvivenza, possono essere concepite come delle grandi opportunità, che ci consentono di saggiare la nostra abilità, anziché come dei test da superare o fallire. E’ proprio attraverso lo specchio della notte oscura dell’anima che vediamo noi stessi nudi, forse per la prima volta, senza l’emozione, il sentimento ed il pensiero, senza tutte le architetture che ci siamo creati intorno per proteggerci. Attraverso questo specchio possiamo anche provare a noi stessi che il processo vitale è degno di fiducia e che tale fiducia può essere accordata anche a noi, mentre stiamo vivendo la vita. La notte oscura dell’anima rappresenta l’opportunità di perdere tutto ciò che ci è sempre stato caro nella vita. Confrontandoci con la nudità di quel niente, mentre ci arrampichiamo fuori dall'abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo noi stessi in una nuova luce, possiamo però esprimere i nostri più alti livelli di maestria.
Il settimo Specchio Esseno
dalla prospettiva degli antichi era il più sottile e, per alcuni versi, anche il più difficile. E’ quello che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli alti traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. Senza usare riferimenti esterni di nessun genere. Il solo modo in cui riusciamo a vederci sotto la luce del successo o del fallimento è quando misuriamo i nostri risultati facendo uso di un metro esterno. Ma a quel punto sorge la seguente domanda: “A quale modello ci stiamo rifacendo per misurare i nostri risultati? Quale metro usiamo?” Nella prospettiva di questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni aspetto della nostra vita personale – qualsiasi aspetto – sia perfetto così com'è. Dalla forma e peso del nostro corpo, ai risultati personali in ambito accademico, aziendale o sportivo. Ci renderemo conto insieme che, in effetti, questo è vero e che un risultato può essere sottoposto a giudizio solo quando viene paragonato ad un riferimento esterno. Il settimo specchio ci invita quindi a permetterci di essere il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo.
Nel passare attraverso gli specchi, noi procediamo attraverso la nostra vita, forse senza nemmeno renderci conto del perché facciamo queste cose. Sarebbe bello se ogni mattina si accendesse una bella luce al neon che ci dicesse:
“Oggi, dopo aver fatto colazione, dopo che i tuoi familiari sono usciti, puoi cominciare il tuo lavoro sull'oscura notte dell’anima.”
La vita non funziona così. Siamo invitati a conoscere noi stessi in presenza di altri, attraverso i nostri rapporti umani e quando quei rapporti sono sanati, noi diventiamo il beneficio di quella guarigione e lo portiamo in noi nel sogno ad occhi aperti della vita, camminando fra i due mondi del cielo e della terra.
Gregg Braden
Per gentile concessione di Premartha Giuseppe Crispo ("Il Forno Alchemico")
Il primo Specchio Esseno
riguarda la nostra presenza nel momento presente. Il mistero è incentrato su cosa noi inviamo, nel presente, alle persone che ci stanno accanto. Quando ci troviamo circondati da individui e modelli di comportamento in cui dominano la rabbia o la paura, lo specchio funziona in entrambi i sensi. Potrebbe invece trattarsi di gioia, estasi e felicità perché ciò che vediamo nel primo specchio è l’immagine di quello che noi siamo nel presente. Chi ci è vicino ce lo rimanda, rispecchiandoci.
Il secondo Specchio Esseno
ha una qualità simile alla precedente, ma è un po’ più sottile, anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel presente. Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel presente?”. Se potete onestamente rispondervi con un no, c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente. La rabbia, l’astio o la gioia che voi state giudicando.
Il terzo Specchio Esseno
è uno degli specchi più facili da riconoscere, perché è percepibile ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona, quando la guardiamo negli occhi e, in quel momento, sentiamo che accade qualcosa di magico. Alla presenza di questa persona, che forse non conosciamo nemmeno, sentiamo come una scossa elettrica, la pelle d’oca sulla nuca o sulle braccia. Che cosa è successo in quell’attimo? Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi per poter sopravvivere alle esperienze della vita. Queste “parti di noi” possono venir perse più o meno consapevolmente, o portate via da coloro che esercitano un potere su di noi. Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con lui, ponetevi una domanda: che cos’ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via? La risposta potrebbe sorprendervi molto, perché in realtà riconoscerete questa “sensazione di familiarità” quasi verso chiunque incontriate. Vedrete cioè delle parti di voi stessi in tutti. Questo è il terzo mistero dei rapporti umani.
Il quarto Specchio Esseno
è una qualità un po’ diversa. Spesso nel corso degli anni ci accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli. Sovente tali comportamenti sono compulsivi e creano dipendenza. Il quarto mistero dei rapporti umani ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso esse rinunciamo lentamente proprio alle cose cui teniamo di più, le cediamo, le lasciamo. Ad esempio, quando parliamo di dipendenza e compulsione, molte persone pensano all’alcol e alla nicotina. Ma ci sono altri modelli di comportamento più sottili; si pensi all’esercizio di controllo in ambito aziendale e in famiglia, alla dipendenza dal sesso e dal possedere o generare denaro e abbondanza. Quando una persona incarna un simile modello di comportamento, può star certa che il modello, che pur è bello di per sé, si è creato lentamente nel tempo. Se riorganizziamo le nostre vite per far posto al modello dell’alcolismo o all’abuso di sostanze, forse stiamo rinunciando a porzioni della nostra vita rappresentate dalle persone che amiamo, dalla famiglia, dal lavoro, dalla nostra stessa sopravvivenza. Il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza dover arrivare agli estremi e perdendo tutto. Possiamo riconoscerlo, guarirlo e ritrovare la nostra interezza ad ogni step.
Il quinto Specchio Esseno
è forse il più potente in assoluto, perché ci permette di vedere meglio e con maggiore profondità degli altri, la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori e l’interazione che intratteniamo con loro. Attraverso esso ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le credenze e le aspettative che nutriamo nei confronti del rapporto più sacro che ci sia dato di conoscere sulla Terra: il rapporto che intercorre fra noi, la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo. La relazione con i nostri genitori può quindi svelarci il nostro rapporto con ildivino. Per esempio, se ci sentiamo continuamente giudicati o se viviamo in una condizione per cui “non è mai abbastanza”, è altamente probabile che il rapporto con i nostri genitori rifletta la seguente verità: siamo noi che, grazie alla percezione che abbiamo della nostra persona e del Creatore, crediamo di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che da noi ci si aspettava.
Il sesto Specchio Esseno
ha un nome abbastanza infausto; gli antichi lo chiamarono infatti l’oscura notte dell’anima. Ma attenzione, lo specchio in sé non è necessariamente sinistro come il nome che porta. Attraverso un’oscura notte dell’anima ci viene infatti ricordato che la vita e la natura tendono verso l’equilibrio e che ci vuole un essere magistrale per bilanciare quell'equilibrio. Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita, possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo aver accumulato gli strumenti necessari per superarle con grazia e facilità; perché è quello il solo modo per superarle. Fino a che non abbiamo fatto nostri quegli strumenti, non ci troveremo mai nelle situazioni che ci richiedono di dimostrare determinati livelli di abilità. Quindi, da questa prospettiva, le sfide più alte della vita, quelle che ci vengono imposte dai rapporti umani e forse dalla nostra stessa sopravvivenza, possono essere concepite come delle grandi opportunità, che ci consentono di saggiare la nostra abilità, anziché come dei test da superare o fallire. E’ proprio attraverso lo specchio della notte oscura dell’anima che vediamo noi stessi nudi, forse per la prima volta, senza l’emozione, il sentimento ed il pensiero, senza tutte le architetture che ci siamo creati intorno per proteggerci. Attraverso questo specchio possiamo anche provare a noi stessi che il processo vitale è degno di fiducia e che tale fiducia può essere accordata anche a noi, mentre stiamo vivendo la vita. La notte oscura dell’anima rappresenta l’opportunità di perdere tutto ciò che ci è sempre stato caro nella vita. Confrontandoci con la nudità di quel niente, mentre ci arrampichiamo fuori dall'abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo noi stessi in una nuova luce, possiamo però esprimere i nostri più alti livelli di maestria.
Il settimo Specchio Esseno
dalla prospettiva degli antichi era il più sottile e, per alcuni versi, anche il più difficile. E’ quello che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli alti traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. Senza usare riferimenti esterni di nessun genere. Il solo modo in cui riusciamo a vederci sotto la luce del successo o del fallimento è quando misuriamo i nostri risultati facendo uso di un metro esterno. Ma a quel punto sorge la seguente domanda: “A quale modello ci stiamo rifacendo per misurare i nostri risultati? Quale metro usiamo?” Nella prospettiva di questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni aspetto della nostra vita personale – qualsiasi aspetto – sia perfetto così com'è. Dalla forma e peso del nostro corpo, ai risultati personali in ambito accademico, aziendale o sportivo. Ci renderemo conto insieme che, in effetti, questo è vero e che un risultato può essere sottoposto a giudizio solo quando viene paragonato ad un riferimento esterno. Il settimo specchio ci invita quindi a permetterci di essere il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo.
Nel passare attraverso gli specchi, noi procediamo attraverso la nostra vita, forse senza nemmeno renderci conto del perché facciamo queste cose. Sarebbe bello se ogni mattina si accendesse una bella luce al neon che ci dicesse:
“Oggi, dopo aver fatto colazione, dopo che i tuoi familiari sono usciti, puoi cominciare il tuo lavoro sull'oscura notte dell’anima.”
La vita non funziona così. Siamo invitati a conoscere noi stessi in presenza di altri, attraverso i nostri rapporti umani e quando quei rapporti sono sanati, noi diventiamo il beneficio di quella guarigione e lo portiamo in noi nel sogno ad occhi aperti della vita, camminando fra i due mondi del cielo e della terra.
Gregg Braden
Per gentile concessione di Premartha Giuseppe Crispo ("Il Forno Alchemico")
VITAE LUCERNA TRADUNT
Chi di noi ricercatori spirituali non ha letto: il Codice Da Vinci ed Angeli e Demoni di Dan Brown (2003 ed. Mondadori)?
O meglio ancora la sua fonte principale, lo stupefacente saggio di M. Baigent, R. Leight e H. Lincoln: Il Santo Graal (1981 ed. Mondadori)? Ebbene, questo romanziere (in modo un po’ forzato e semplificato) e questo saggio (in modo serio ed illuminante), insieme ad una miriade di pubblicazioni in parte ancora sconosciute al grande pubblico (per questo consultate il nostro catalogo), non hanno fatto altro che riportare alla luce una scottante verità, che nascosta ed occultata ha percorso il cammino dell’uomo insieme all'uomo. Questa è una verità che costituisce la spina dorsale ed il segreto dei movimenti e delle confraternite spirituali cosiddetti esoterici (dal greco: segreto, nascosto, occultato), perché da sempre il potere temporale e politico della Chiesa Cattolica Romana (spesso con la complicità di altri potentati laici), ha perseguitato con tutti i mezzi possibili ed immaginabili. Oggi i roghi di libri e di eretici sembrano finiti, e apparentemente sembra che l’essere umano, almeno quello occidentale, goda di una maggiore libertà di culto, di movimento, di pensiero e di espressione, ma in realtà sono cambiati i mezzi e le modalità, ma la persecuzione della Verità Perduta da parte dei poteri occulti e dei potentati socio-economici perdura, mascherata e minimizzata, ancora oggi. Per questo, fin dagli albori della civiltà, si sono costituiti liberi movimenti e confraternite segrete per custodire e, quando e dove possibile, diffondere la Verità Perduta e l’antica conoscenza spirituale tramandata dai Padri e dai Maestri dell’umanità. Secondo la sua leggenda, l’Antigua Tau, era uno di questi arcaici movimenti spirituali, che nel medioevo divenne una confraternita segreta della quale è possibile, in parte, seguirne le tracce nel passato ma mai nel presente, dove si dice, che serpeggi soggiacente alle società ed alle culture moderne come un fiume sotterraneo...
Le radici antiche di questi movimenti spirituali le troviamo nel mito egizio del dio Thot e del faraone eretico Achenaton e, dalla cultura cananea a quella giudaica, nei primi profeti e miti dell’Antico Testamento e dei suoi apocrifi, direttamente da Seth, il terzo figlio di Adamo, allo scriba e profeta Enoch, da lui nella discendenza a Noé ed ai profeti Elia ed Ezechiele fino a Giovanni il Battista, attraverso le comunità degli Esseni, dei Cainiti (o kainiti), dei Mandei e di quella ancora più antica, orientale e segreta dei Sarmoun... mentre i misteriosi Sacerdoti di Zadok, ne furono da sempre i segreti custodi e gli iniziatici maestri… L’epoca di Gesù il nazareno costituisce il passaggio tra l’epoca antica e quella di mezzo, dove mandei, gnostici, ofiti, neoplatonici, alessandrini, terapeuti, manichei ma anche cabalisti e alchimisti medievali ne sono gli eredi diretti e i gelosi custodi, mentre la Merkabà (Tradizione giudaica cabalistica), l’Esicasmo (Tradizione cristiana ortodossa), il sufismo (Tradizione esoterica musulmana) e l’OperArepo (Tradizione esoterica latina), ne rappresentano le vestigia degli insegnamenti orali e segreti. E’ in questi tempi ed a causa delle persecuzioni romane, che la Tradizione segreta di quella che ora si denomina Antigua Tau approda sulle coste francesi e spagnole, mentre in segreto penetra nelle catacombe e nella cultura sotterranea della malvagia Roma Caput Mundi. Il medio oriente bruciava sotto gli assedi delle legioni romane, il grande tempio di Gerusalemme era stato distrutto, come anche, in un secondo tempo, la monumentale biblioteca di Alessandria d’Egitto con tutto il suo occulto sapere e le sue scuole gnostiche ed esoteriche... Di lì a poco, avrebbe preso piede una nuova religione creata con un “collage” di miti, riti e contenuti ‘presi a prestito’ dalle preesistenti religioni del bacino mediterraneo e del medio oriente, un’eresia del vero Cristianesimo che nella Chiesa di Gerusalemme era stato portato da Giovanni Battista, cresciuto da Gesù Cristo ed ereditato da suo fratello Giacomo (infatti anch'egli trucidato). Un “collage” montato con maestria da un certo Saulo di Tarso, che sarebbe divenuto San Paolo e la sua religione: il Cristianesimo Cattolico e Apostolico della chiesa di Roma… che alla Roma del gladio, del patibolo, della croce e della superbia fu meritata erede e continuatrice… la forma della croce aveva assorbito quella del gladio… …Non rimaneva altro che fondare un nuovo regno spirituale lontano da lì, una nuova Gerusalemme Celeste, nascosta e indipendente, una Gerusalemme gnostica e spirituale… La nuova patria spirituale fu identificata con l’Occitania, quella regione che a cavallo dei Pirenei comprende da una parte la linguadoca, la regione della Francia meridionale che ad ovest si appoggia ai Pirenei; e dall'altra i regni di Léon, d’Aragona e di Castiglia, in quel territorio spagnolo che da est si appoggia anch'esso ai Pirenei. Gli stessi luoghi d'altronde, che erano stati la patria adottiva anche dei Visigoti, la tribù teutonica che nel VI secolo d.C. rovesciò l’impero romano e saccheggiò l’antica città di Roma (Da dove peraltro, si dice che riportarono nella nuova patria, il Tesoro del Tempio di Gerusalemme, a sua volta trafugato dai barbari romani). Questo luogo magico divenne anche il crocevia dei cammini spirituali, con al centro il mistero ed il segreto del Graal, ad ovest si apriva il Cammino di Santiago da Compostela, ad est il Cammino di Roma, a sud, via mare, il Cammino della Maddalena e poi quello di Gerusalemme... Questo nuovo mondo spirituale ed in parte segreto, con al centro la misteriosa e mistica catena dei Pirenei, (è importante far notare ai ricercatori come le montagne sono sempre legate alla spiritualità ed alla ricerca mistica di Dio), godette per molto tempo di un’apprezzabile libertà come principato autonomo non facente parte del regno di Francia. L’idioma linguistico, come la cultura e le istituzioni erano più affini a quelle dei regni spagnoli... da qui la parola latino-spagnoleggiante: Antigua, con l’adozione della Mistica Tau, il simbolo esoterico e magico del popolo degli spirituali e degli spiriti liberi.... Antigua Tau, croce arcana.… un simbolo che riassumeva in sé (essendo presente in tutti gli alfabeti sacri ed in tutte le dottrine mistiche segrete) la Trinità delle tre religioni del Popolo del Libro, (la Bibbia ) - giudaica, cristiana e musulmana – sintesi della comune Tradizione esoterica sotterranea (“T” è anche la lettera simbolo della Torah - o Pentateuco - i cinque primi e più antichi libri della bibbia). Si narra che in queste terre sbarcarono la Maddalena e Giuseppe d'Arimetea, portando con loro - ed “importando” in Europa - il messaggio ed il simbolo del Santo Graal... nonché il Sangue Reale della dinastia (giudaica) del Cristo Gesù (e forse i suoi resti umani e le sue reliquie)... Al loro seguito, i Sacerdoti di Zadok (Eb.: Secondo Giuseppe, Zadok era il primo Sacerdote-Iniziato, Ierofante dell'Alto Tempio di Salomone, nominato personalmente da David. I Massoni lo collegano ad alcuni dei loro gradi ed i sacerdoti di Zadok ne sono i diretti discendenti iniziatici e spirituali), misero in salvo la Tradizione Esoterica segreta, gnostica ed iniziatica… misero in salvo la SHEKINAH , la Viva Presenza di Dio… Infatti, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme e la presa di Masada, il giudaismo Enochiano (antico ed esoterico) venne quasi del tutto distrutto ed occultato, mentre gli ebrei si rivolsero al giudaismo rabbinico, (più formale e cultuale), che si rifaceva a Mosè “il legislatore” e che “sotterrò” Enoch il mistico… Enoch il taumaturgo… Enoch che non morì, ma ascendendo al cielo su di un Carro di Fuoco divenne Metatron, il principe della Presenza, il Signore degli Angeli (mentre poi Elia divenne Uriel, l’arcangelo della Luce divina)… I Sacerdoti di Enoch-Zadok si rifugiarono allora in Europa, dove diedero vita e fondamento al movimento cataro e dove fondarono importanti famiglie nobiliari e confraternite segrete (vedi Ordine di Sion, Societé Angelique ecc.), e che nel medio evo tornarono in segreto, ‘sotto copertura’ come capi ed ufficiali dell’ordine templare, a cercare i loro ultimi tesori nascosti e segreti perduti… mentre, tanto per cambiare, i crociati, in nome del Vangelo, assediavano e massacravano Gerusalemme… La montagnosa zona dei Pirenei, dei paesi e delle fortezze catare, nuova Gerusalemme Celeste, sviluppò la cultura e la società spirituale più avanzata e raffinata dell’intera cristianità e del mondo cosiddetto: civile... L’erudizione era la base della loro cultura, a differenza dei regni nordici e latini, la filosofia e le attività intellettuali fiorivano a dismisura come nell'antica Alessandria d’Egitto, la poesia e l’amor cortese dei ‘trovatori’ rappresentavano l’anima profonda di questa cultura; venivano studiate le lingue antiche e moderne e prosperavano centri spirituali, scuole cabaliste, esoteriche, religiose, gnostiche e manichee... Fino a che nel medio evo - nella prima metà del tredicesimo secolo - una sanguinosa crociata fraticida contro Catari ed ‘eretici’, indetta dall'allora Papa Innocenzo III, capo incontrastato dell’impero della Chiesa Cattolica Romana - trasformatasi in una carneficina di sangue e di roghi, passando alla storia come uno dei più gravi stermini di massa - non spazzò via la cultura catara e una bella fetta dell’odierna Francia meridionale dalla luce del sole, costringendo la Sapienza e la Presenza Divina nel mondo dell’occulto e del sotterraneo… Di nuovo senza una patria e senza un nome, di nuovo nelle grotte e nelle caverne della Madre, nei sotterranei, nelle catacombe e nelle cripte di chiese e città… O nelle carceri e nelle segrete dell’ordine costituito… O su un patibolo, una forca od una pira di legna per l’autodafé… E non credo che dobbiamo spiegarvi perché… E poi non possiamo dilungarci a lungo, vi rimandiamo per questo alla letteratura presente nel nostro catalogo... Sappiate soltanto che l’Antigua Tau, e molte altre confraternite, fratellanze e società segrete si sono inabissate dalla storia accademica e di superficie… Ma il Fiume Sotterraneo continua a scorrere ed a serpeggiare, sotto la superficie dell’apparenza, della mediocrità e dell’ignoranza… La nostra ragione d’essere ha radici nella ripresa e nella diffusione della leggenda dell’Antigua Tau e del suo motto: Vitae Lucerna Tradunt... la nostra missione é la trasmissione dell’antica Sapienza Sacra, Spirituale ed Esoterica... la Luce della Vita !!!
Fonte: Angelo Luciani
O meglio ancora la sua fonte principale, lo stupefacente saggio di M. Baigent, R. Leight e H. Lincoln: Il Santo Graal (1981 ed. Mondadori)? Ebbene, questo romanziere (in modo un po’ forzato e semplificato) e questo saggio (in modo serio ed illuminante), insieme ad una miriade di pubblicazioni in parte ancora sconosciute al grande pubblico (per questo consultate il nostro catalogo), non hanno fatto altro che riportare alla luce una scottante verità, che nascosta ed occultata ha percorso il cammino dell’uomo insieme all'uomo. Questa è una verità che costituisce la spina dorsale ed il segreto dei movimenti e delle confraternite spirituali cosiddetti esoterici (dal greco: segreto, nascosto, occultato), perché da sempre il potere temporale e politico della Chiesa Cattolica Romana (spesso con la complicità di altri potentati laici), ha perseguitato con tutti i mezzi possibili ed immaginabili. Oggi i roghi di libri e di eretici sembrano finiti, e apparentemente sembra che l’essere umano, almeno quello occidentale, goda di una maggiore libertà di culto, di movimento, di pensiero e di espressione, ma in realtà sono cambiati i mezzi e le modalità, ma la persecuzione della Verità Perduta da parte dei poteri occulti e dei potentati socio-economici perdura, mascherata e minimizzata, ancora oggi. Per questo, fin dagli albori della civiltà, si sono costituiti liberi movimenti e confraternite segrete per custodire e, quando e dove possibile, diffondere la Verità Perduta e l’antica conoscenza spirituale tramandata dai Padri e dai Maestri dell’umanità. Secondo la sua leggenda, l’Antigua Tau, era uno di questi arcaici movimenti spirituali, che nel medioevo divenne una confraternita segreta della quale è possibile, in parte, seguirne le tracce nel passato ma mai nel presente, dove si dice, che serpeggi soggiacente alle società ed alle culture moderne come un fiume sotterraneo...
Le radici antiche di questi movimenti spirituali le troviamo nel mito egizio del dio Thot e del faraone eretico Achenaton e, dalla cultura cananea a quella giudaica, nei primi profeti e miti dell’Antico Testamento e dei suoi apocrifi, direttamente da Seth, il terzo figlio di Adamo, allo scriba e profeta Enoch, da lui nella discendenza a Noé ed ai profeti Elia ed Ezechiele fino a Giovanni il Battista, attraverso le comunità degli Esseni, dei Cainiti (o kainiti), dei Mandei e di quella ancora più antica, orientale e segreta dei Sarmoun... mentre i misteriosi Sacerdoti di Zadok, ne furono da sempre i segreti custodi e gli iniziatici maestri… L’epoca di Gesù il nazareno costituisce il passaggio tra l’epoca antica e quella di mezzo, dove mandei, gnostici, ofiti, neoplatonici, alessandrini, terapeuti, manichei ma anche cabalisti e alchimisti medievali ne sono gli eredi diretti e i gelosi custodi, mentre la Merkabà (Tradizione giudaica cabalistica), l’Esicasmo (Tradizione cristiana ortodossa), il sufismo (Tradizione esoterica musulmana) e l’OperArepo (Tradizione esoterica latina), ne rappresentano le vestigia degli insegnamenti orali e segreti. E’ in questi tempi ed a causa delle persecuzioni romane, che la Tradizione segreta di quella che ora si denomina Antigua Tau approda sulle coste francesi e spagnole, mentre in segreto penetra nelle catacombe e nella cultura sotterranea della malvagia Roma Caput Mundi. Il medio oriente bruciava sotto gli assedi delle legioni romane, il grande tempio di Gerusalemme era stato distrutto, come anche, in un secondo tempo, la monumentale biblioteca di Alessandria d’Egitto con tutto il suo occulto sapere e le sue scuole gnostiche ed esoteriche... Di lì a poco, avrebbe preso piede una nuova religione creata con un “collage” di miti, riti e contenuti ‘presi a prestito’ dalle preesistenti religioni del bacino mediterraneo e del medio oriente, un’eresia del vero Cristianesimo che nella Chiesa di Gerusalemme era stato portato da Giovanni Battista, cresciuto da Gesù Cristo ed ereditato da suo fratello Giacomo (infatti anch'egli trucidato). Un “collage” montato con maestria da un certo Saulo di Tarso, che sarebbe divenuto San Paolo e la sua religione: il Cristianesimo Cattolico e Apostolico della chiesa di Roma… che alla Roma del gladio, del patibolo, della croce e della superbia fu meritata erede e continuatrice… la forma della croce aveva assorbito quella del gladio… …Non rimaneva altro che fondare un nuovo regno spirituale lontano da lì, una nuova Gerusalemme Celeste, nascosta e indipendente, una Gerusalemme gnostica e spirituale… La nuova patria spirituale fu identificata con l’Occitania, quella regione che a cavallo dei Pirenei comprende da una parte la linguadoca, la regione della Francia meridionale che ad ovest si appoggia ai Pirenei; e dall'altra i regni di Léon, d’Aragona e di Castiglia, in quel territorio spagnolo che da est si appoggia anch'esso ai Pirenei. Gli stessi luoghi d'altronde, che erano stati la patria adottiva anche dei Visigoti, la tribù teutonica che nel VI secolo d.C. rovesciò l’impero romano e saccheggiò l’antica città di Roma (Da dove peraltro, si dice che riportarono nella nuova patria, il Tesoro del Tempio di Gerusalemme, a sua volta trafugato dai barbari romani). Questo luogo magico divenne anche il crocevia dei cammini spirituali, con al centro il mistero ed il segreto del Graal, ad ovest si apriva il Cammino di Santiago da Compostela, ad est il Cammino di Roma, a sud, via mare, il Cammino della Maddalena e poi quello di Gerusalemme... Questo nuovo mondo spirituale ed in parte segreto, con al centro la misteriosa e mistica catena dei Pirenei, (è importante far notare ai ricercatori come le montagne sono sempre legate alla spiritualità ed alla ricerca mistica di Dio), godette per molto tempo di un’apprezzabile libertà come principato autonomo non facente parte del regno di Francia. L’idioma linguistico, come la cultura e le istituzioni erano più affini a quelle dei regni spagnoli... da qui la parola latino-spagnoleggiante: Antigua, con l’adozione della Mistica Tau, il simbolo esoterico e magico del popolo degli spirituali e degli spiriti liberi.... Antigua Tau, croce arcana.… un simbolo che riassumeva in sé (essendo presente in tutti gli alfabeti sacri ed in tutte le dottrine mistiche segrete) la Trinità delle tre religioni del Popolo del Libro, (la Bibbia ) - giudaica, cristiana e musulmana – sintesi della comune Tradizione esoterica sotterranea (“T” è anche la lettera simbolo della Torah - o Pentateuco - i cinque primi e più antichi libri della bibbia). Si narra che in queste terre sbarcarono la Maddalena e Giuseppe d'Arimetea, portando con loro - ed “importando” in Europa - il messaggio ed il simbolo del Santo Graal... nonché il Sangue Reale della dinastia (giudaica) del Cristo Gesù (e forse i suoi resti umani e le sue reliquie)... Al loro seguito, i Sacerdoti di Zadok (Eb.: Secondo Giuseppe, Zadok era il primo Sacerdote-Iniziato, Ierofante dell'Alto Tempio di Salomone, nominato personalmente da David. I Massoni lo collegano ad alcuni dei loro gradi ed i sacerdoti di Zadok ne sono i diretti discendenti iniziatici e spirituali), misero in salvo la Tradizione Esoterica segreta, gnostica ed iniziatica… misero in salvo la SHEKINAH , la Viva Presenza di Dio… Infatti, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme e la presa di Masada, il giudaismo Enochiano (antico ed esoterico) venne quasi del tutto distrutto ed occultato, mentre gli ebrei si rivolsero al giudaismo rabbinico, (più formale e cultuale), che si rifaceva a Mosè “il legislatore” e che “sotterrò” Enoch il mistico… Enoch il taumaturgo… Enoch che non morì, ma ascendendo al cielo su di un Carro di Fuoco divenne Metatron, il principe della Presenza, il Signore degli Angeli (mentre poi Elia divenne Uriel, l’arcangelo della Luce divina)… I Sacerdoti di Enoch-Zadok si rifugiarono allora in Europa, dove diedero vita e fondamento al movimento cataro e dove fondarono importanti famiglie nobiliari e confraternite segrete (vedi Ordine di Sion, Societé Angelique ecc.), e che nel medio evo tornarono in segreto, ‘sotto copertura’ come capi ed ufficiali dell’ordine templare, a cercare i loro ultimi tesori nascosti e segreti perduti… mentre, tanto per cambiare, i crociati, in nome del Vangelo, assediavano e massacravano Gerusalemme… La montagnosa zona dei Pirenei, dei paesi e delle fortezze catare, nuova Gerusalemme Celeste, sviluppò la cultura e la società spirituale più avanzata e raffinata dell’intera cristianità e del mondo cosiddetto: civile... L’erudizione era la base della loro cultura, a differenza dei regni nordici e latini, la filosofia e le attività intellettuali fiorivano a dismisura come nell'antica Alessandria d’Egitto, la poesia e l’amor cortese dei ‘trovatori’ rappresentavano l’anima profonda di questa cultura; venivano studiate le lingue antiche e moderne e prosperavano centri spirituali, scuole cabaliste, esoteriche, religiose, gnostiche e manichee... Fino a che nel medio evo - nella prima metà del tredicesimo secolo - una sanguinosa crociata fraticida contro Catari ed ‘eretici’, indetta dall'allora Papa Innocenzo III, capo incontrastato dell’impero della Chiesa Cattolica Romana - trasformatasi in una carneficina di sangue e di roghi, passando alla storia come uno dei più gravi stermini di massa - non spazzò via la cultura catara e una bella fetta dell’odierna Francia meridionale dalla luce del sole, costringendo la Sapienza e la Presenza Divina nel mondo dell’occulto e del sotterraneo… Di nuovo senza una patria e senza un nome, di nuovo nelle grotte e nelle caverne della Madre, nei sotterranei, nelle catacombe e nelle cripte di chiese e città… O nelle carceri e nelle segrete dell’ordine costituito… O su un patibolo, una forca od una pira di legna per l’autodafé… E non credo che dobbiamo spiegarvi perché… E poi non possiamo dilungarci a lungo, vi rimandiamo per questo alla letteratura presente nel nostro catalogo... Sappiate soltanto che l’Antigua Tau, e molte altre confraternite, fratellanze e società segrete si sono inabissate dalla storia accademica e di superficie… Ma il Fiume Sotterraneo continua a scorrere ed a serpeggiare, sotto la superficie dell’apparenza, della mediocrità e dell’ignoranza… La nostra ragione d’essere ha radici nella ripresa e nella diffusione della leggenda dell’Antigua Tau e del suo motto: Vitae Lucerna Tradunt... la nostra missione é la trasmissione dell’antica Sapienza Sacra, Spirituale ed Esoterica... la Luce della Vita !!!
Fonte: Angelo Luciani
“Visita l’interno della terra rettificando troverai una pietra nascosta”
Una leggenda, trasmessoci nel 1802 dall'abate ed erudito Francesco Girolamo Cancellieri, afferma che un pellegrino fu ospitato nella villa per una notte. Il “pellegrino”, identificabile con l’alchimista Francesco Giustiniani Bono, dimorò per una notte nei giardini della villa alla ricerca di una misteriosa erba capace di produrre l’oro. Il mattino seguente fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò alcune pagliuzze d’oro, frutto di una riuscita trasmutazione alchemica, e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale.
Qual è la particolarità della Porta Magica di Roma? A cosa ci riporta il suo mistero?
La Porta dei Cieli ha come incisioni numerosi simboli e scritte che non hanno avuto tuttora una spiegazione esaustiva e che ancora oggi richiamano l’attenzione degli studiosi. Tra le epigrafi di maggiore importanza citiamo una di quelle presenti sull'arcitrave che fa riferimento al mito di Giasone: “HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON: Il drago esperio custodisce l’ingresso del magico giardino e, senza (la volontà di) Ercole, Giasone non potrebbe gustare le delizie della Colchide.” L’epigrafe fa riferimento ad un mito greco: le Esperidi, figure della mitologia greca e figlie della Notte, vivevano nell'estremo Occidente del mondo dove possedevano un meraviglioso giardino con il compito di custodire il prezioso albero che dava mele d’oro. Per maggior sicurezza Era aveva ordinato al serpente Ladone dalle cento teste di presiedere alla guardia. Ercole, incaricato di conquistare le preziose mele, uccise il serpente scoccando una freccia al di sopra delle mura del giardino costruite da Atlante. Il giorno successivo al compimento dell’impresa di Ercole, nello stesso giardino arrivarono a porre piede gli Argonauti, che assistettero alla trasformazione in alberi (un pioppo nero, un salice e un olmo) delle Esperidi, morte disperate per la perdita del loro tesoro e del loro amato custode-protettore. Secondo gli alchimisti il Vello d’oro cercato da Giasone nel mito degli Argonauti, altri non era che la mitica pietra filosofale.Su un gradino della Porta Ermetica è scolpito un altro termine dal significato oscuro: VITRIOL. Si tratta di un codice alchemico in cui sono riportate solo le iniziali di una frase in latino che formano appunto questa scritta:
VISITA
INFERIORA
TERRAE
RECTIFICANDOQUE
INVENIES
OCCULTUM
LAPIDEM
La cosa più affascinante è che “Vitriol” ha anche un altro significato, ovvero “acido solforico”, in altre parole: zolfo. Questo significato ci riporta all'inizio del nostro percorso e, quindi, a Caldara, l’area collocata nei pressi di Roma caratterizzata da acque sulfuree e da misteri e sortilegi.
Fonte
Qual è la particolarità della Porta Magica di Roma? A cosa ci riporta il suo mistero?
La Porta dei Cieli ha come incisioni numerosi simboli e scritte che non hanno avuto tuttora una spiegazione esaustiva e che ancora oggi richiamano l’attenzione degli studiosi. Tra le epigrafi di maggiore importanza citiamo una di quelle presenti sull'arcitrave che fa riferimento al mito di Giasone: “HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON: Il drago esperio custodisce l’ingresso del magico giardino e, senza (la volontà di) Ercole, Giasone non potrebbe gustare le delizie della Colchide.” L’epigrafe fa riferimento ad un mito greco: le Esperidi, figure della mitologia greca e figlie della Notte, vivevano nell'estremo Occidente del mondo dove possedevano un meraviglioso giardino con il compito di custodire il prezioso albero che dava mele d’oro. Per maggior sicurezza Era aveva ordinato al serpente Ladone dalle cento teste di presiedere alla guardia. Ercole, incaricato di conquistare le preziose mele, uccise il serpente scoccando una freccia al di sopra delle mura del giardino costruite da Atlante. Il giorno successivo al compimento dell’impresa di Ercole, nello stesso giardino arrivarono a porre piede gli Argonauti, che assistettero alla trasformazione in alberi (un pioppo nero, un salice e un olmo) delle Esperidi, morte disperate per la perdita del loro tesoro e del loro amato custode-protettore. Secondo gli alchimisti il Vello d’oro cercato da Giasone nel mito degli Argonauti, altri non era che la mitica pietra filosofale.Su un gradino della Porta Ermetica è scolpito un altro termine dal significato oscuro: VITRIOL. Si tratta di un codice alchemico in cui sono riportate solo le iniziali di una frase in latino che formano appunto questa scritta:
VISITA
INFERIORA
TERRAE
RECTIFICANDOQUE
INVENIES
OCCULTUM
LAPIDEM
La cosa più affascinante è che “Vitriol” ha anche un altro significato, ovvero “acido solforico”, in altre parole: zolfo. Questo significato ci riporta all'inizio del nostro percorso e, quindi, a Caldara, l’area collocata nei pressi di Roma caratterizzata da acque sulfuree e da misteri e sortilegi.
Fonte
I misteri alchemici, un “giallo” gotico a Castelsardo...
Da una biblioteca dimenticata nella cattedrale riaffiorano antichi codici, ora in mostra
CASTELSARDO. Il racconto è ambientato nel 1500, in una cattedrale abbarbicata su una rocca sferzata dal vento e dal mare. Protagonisti: una setta di frati, in odore di eresia, un canonico di nome Arduino con la passione per l'alchimia, e un inquisitore. Sullo sfondo della scena si erge una biblioteca, dove sono custoditi numerosi manoscritti proibiti. Non è il plot del “Nome della Rosa” di Umberto Eco ma una storia vera, tutta sarda, riaffiorata circa un anno fa grazie alla passione per la ricerca di don Francesco Tamponi, responsabile dei beni culturali della diocesi di Tempio Ampurias, e della sua squadra di giovani collaboratori. “Tutto è iniziato dall'osservazione di una lapide nella sacrestia della Cattedrale di Sant' Antonio abate _ spiega Tamponi _ La pietra tombale non riportava i simboli classici del cristianesimo ortodosso, ma un graffito raffigurante l'uroboro, il serpente che si morde la coda che rappresenta il cerchio dell'eterno ritorno. Questa "coincidentia oppositorum" è anche il principio chiave dell'alchimia mistica, un'ideologia medioevale che affermava l'inseparabilità tra corpo e spirito, sconfinando nell'eresia”. Il ritrovamento, di grande valore storico, apre un ulteriore squarcio sul `500 isolano in cui Castelsardo, sede vescovile e del Capitolo, era un importante crocevia della cultura umanistica e rinascimentale che passava attraverso Firenze e Roma per poi diffondersi in Francia e Spagna. La scoperta mette in luce come all'epoca nella cattedrale di Ampurias fosse molto forte il richiamo alla scienza alchemica, e svela la presenza di un nucleo di dotti ecclesiastici che studiavano ed applicavano teorie considerate eretiche. “Ad avvalorare questa tesi si aggiunge un ulteriore elemento _ prosegue Tamponi _ Accanto all'uroboro è inciso infatti il motto "Fratres Cathedralis Ampuriensis - In Unum, che indica la presenza di un gruppo scelto di "fratres", esprimendo inoltre con il termine "in unum" il concetto di ricongiungimento di ogni alterità al principio primo o pietra filosofale”. Come in un giallo neogotico, indizi rimasti per secoli criptati nelle antiche mura della cattedrale vengono così gradualmente alla luce, indicando ai ricercatori le stanze abbandonate dell'Episcopio di Castelsardo. Ed ecco dopo giorni di ricerche la scoperta, sensazionale. Sepolta in un'antica cisterna tra polvere, e calcinacci c'è una biblioteca dimenticata, di oltre 4000 volumi risalenti al `500 e al `600 e numerosi manoscritti. “Abbiamo cercato perché eravamo certi che il nostro "tesoro" era lì da qualche parte _ prosegue Tamponi _ sapevamo della sua esistenza, e poi era impossibile pensare che i canonici studiosi di alchimia di cui avevamo trovato chiare tracce non avessero dei libri sui quali studiare e documentarsi. La nostra ricerca è ancora in corso, stiamo lavorando sui manoscritti, e i numerosi testi dell'imponente biblioteca storica ritrovata”. Dopo la prima mostra realizzata lo scorso inverno altri testi legati all'alchimia sono venuti in questi mesi alla luce. Accanto alle opere a trattazione teologica e giurisprudenziale, storica e letteraria ve ne sono altri infatti che si discostano dalle pubblicazioni destinate alla formazione del clero nei secoli XVI e VVII. Tutto il prezioso materiale può essere visto nella mostra “Segreti e magia dell'alchimia mistica”. L'esposizione, aperta nei giorni scorsi e allestita nell'antico seminario, nel cuore del borgo medievale, presenta un centinaio di volumi. Tra i più interessanti, la “Tavola Smeraldina” e “L'index librorum proibitorum” del 1542. A questi si aggiungono i Memorabilia dei canonici di Ampurias: vesti, quadri, statue, che accompagneranno il “percorso sapienziale” dei visitatori. Tra i documenti più interessanti un manoscritto del 600 di un canonico che, utilizzando lo pseudonimo di Arduino, ha compilato un libro di prediche e panegirici lasciando numerosi indizi che sembrano indicare gli altari della cattedrale come tappe di un percorso iniziatico, attraverso il quale raggiungere i diversi gradi della conoscenza. La mostra resterà per tutto il periodo estivo, tutti i giorni della dalle ore 9 alle 13 ed alle ore 15 alle 20. Si segnala inoltre che nelle sale dell'Episcopio sono presenti altre due mostre permanenti: "Memorabilia episcoporum et canonicorum" e la suggestiva " Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione". In cui sono esposti gli strumenti utilizzati dagli inquisitori per ottenere la confessione di presunti eretici maghi e streghe.
L’articolo è di Monica De Murtas tratto da “La Nuova Sardegna”
CASTELSARDO. Il racconto è ambientato nel 1500, in una cattedrale abbarbicata su una rocca sferzata dal vento e dal mare. Protagonisti: una setta di frati, in odore di eresia, un canonico di nome Arduino con la passione per l'alchimia, e un inquisitore. Sullo sfondo della scena si erge una biblioteca, dove sono custoditi numerosi manoscritti proibiti. Non è il plot del “Nome della Rosa” di Umberto Eco ma una storia vera, tutta sarda, riaffiorata circa un anno fa grazie alla passione per la ricerca di don Francesco Tamponi, responsabile dei beni culturali della diocesi di Tempio Ampurias, e della sua squadra di giovani collaboratori. “Tutto è iniziato dall'osservazione di una lapide nella sacrestia della Cattedrale di Sant' Antonio abate _ spiega Tamponi _ La pietra tombale non riportava i simboli classici del cristianesimo ortodosso, ma un graffito raffigurante l'uroboro, il serpente che si morde la coda che rappresenta il cerchio dell'eterno ritorno. Questa "coincidentia oppositorum" è anche il principio chiave dell'alchimia mistica, un'ideologia medioevale che affermava l'inseparabilità tra corpo e spirito, sconfinando nell'eresia”. Il ritrovamento, di grande valore storico, apre un ulteriore squarcio sul `500 isolano in cui Castelsardo, sede vescovile e del Capitolo, era un importante crocevia della cultura umanistica e rinascimentale che passava attraverso Firenze e Roma per poi diffondersi in Francia e Spagna. La scoperta mette in luce come all'epoca nella cattedrale di Ampurias fosse molto forte il richiamo alla scienza alchemica, e svela la presenza di un nucleo di dotti ecclesiastici che studiavano ed applicavano teorie considerate eretiche. “Ad avvalorare questa tesi si aggiunge un ulteriore elemento _ prosegue Tamponi _ Accanto all'uroboro è inciso infatti il motto "Fratres Cathedralis Ampuriensis - In Unum, che indica la presenza di un gruppo scelto di "fratres", esprimendo inoltre con il termine "in unum" il concetto di ricongiungimento di ogni alterità al principio primo o pietra filosofale”. Come in un giallo neogotico, indizi rimasti per secoli criptati nelle antiche mura della cattedrale vengono così gradualmente alla luce, indicando ai ricercatori le stanze abbandonate dell'Episcopio di Castelsardo. Ed ecco dopo giorni di ricerche la scoperta, sensazionale. Sepolta in un'antica cisterna tra polvere, e calcinacci c'è una biblioteca dimenticata, di oltre 4000 volumi risalenti al `500 e al `600 e numerosi manoscritti. “Abbiamo cercato perché eravamo certi che il nostro "tesoro" era lì da qualche parte _ prosegue Tamponi _ sapevamo della sua esistenza, e poi era impossibile pensare che i canonici studiosi di alchimia di cui avevamo trovato chiare tracce non avessero dei libri sui quali studiare e documentarsi. La nostra ricerca è ancora in corso, stiamo lavorando sui manoscritti, e i numerosi testi dell'imponente biblioteca storica ritrovata”. Dopo la prima mostra realizzata lo scorso inverno altri testi legati all'alchimia sono venuti in questi mesi alla luce. Accanto alle opere a trattazione teologica e giurisprudenziale, storica e letteraria ve ne sono altri infatti che si discostano dalle pubblicazioni destinate alla formazione del clero nei secoli XVI e VVII. Tutto il prezioso materiale può essere visto nella mostra “Segreti e magia dell'alchimia mistica”. L'esposizione, aperta nei giorni scorsi e allestita nell'antico seminario, nel cuore del borgo medievale, presenta un centinaio di volumi. Tra i più interessanti, la “Tavola Smeraldina” e “L'index librorum proibitorum” del 1542. A questi si aggiungono i Memorabilia dei canonici di Ampurias: vesti, quadri, statue, che accompagneranno il “percorso sapienziale” dei visitatori. Tra i documenti più interessanti un manoscritto del 600 di un canonico che, utilizzando lo pseudonimo di Arduino, ha compilato un libro di prediche e panegirici lasciando numerosi indizi che sembrano indicare gli altari della cattedrale come tappe di un percorso iniziatico, attraverso il quale raggiungere i diversi gradi della conoscenza. La mostra resterà per tutto il periodo estivo, tutti i giorni della dalle ore 9 alle 13 ed alle ore 15 alle 20. Si segnala inoltre che nelle sale dell'Episcopio sono presenti altre due mostre permanenti: "Memorabilia episcoporum et canonicorum" e la suggestiva " Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione". In cui sono esposti gli strumenti utilizzati dagli inquisitori per ottenere la confessione di presunti eretici maghi e streghe.
L’articolo è di Monica De Murtas tratto da “La Nuova Sardegna”
I processi di Salem
Il processo alle streghe di Salem, del 1692, inaugurò una serie di persecuzioni, accuse ed esecuzioni capitali in Nordamerica per il presunto reato di stregoneria.
La caccia alle streghe iniziò nel New England nel villaggio di Salem, oggi per gran parte appartenente alla città di Danvers. A seguito di tale processo vennero giustiziate 19 persone accusate di stregoneria; 55 fra uomini e donne vennero torturati per aver reso false testimonianze, 150 sospettati furono imprigionati ed altre 200 persone vennero accusate di stregoneria.Le incriminazioni di stregoneria dilagarono in pochi mesi nei comuni circostanti :
Andover, Amesbury, Salisbury, Haverhill, Topsfield, Ipswich, Rowley, Gloucester, Manchester, Malden, Charlestown, Billerica, Beverly, Reading, Woburn, Lynn, Marblehead e Boston.
I processi ebbero inizio ad aprile e terminarono a novembre, quando la protesta di alcuni dei reverendi più influenti del Massachusetts spinse il governatore a sospendere i lavori del tribunale. L'anno successivo un'apposita corte speciale esaminò i casi rimasti pendenti ponendo fine alla questione. La persecuzione delle streghe aveva avuto luogo fino ad allora nelle colonie inglesi nord-americane soltanto in casi isolati, mentre era più frequente, oltre che in Europa, nelle colonie spagnole. Benché ad aprile le carceri fossero piene di sospetti, non era stato ancora possibile iniziare nessun processo: il Massachusetts era infatti privo di un governatore dal 1689 e la legge prevedeva che senza un'autorità ufficiale non vi era possibilità di iniziare un processo. Durante la detenzione morirono Sarah Osborne e la figlia appena nata di Sarah Good; altri carcerati si ammalarono. Alla fine del mese di maggio, per volere del re di Inghilterra giunse a Salem il Governatore Sir William Phips per avviare le udienze del processo (in inglese Oyer and Terminer). La corte era composta da sei membri nominati da lui e presieduta dal vice governatore William Stoughton. Agli inizi di ottobre Mather tenne un sermone in cui attaccò aspramente la Court of Oyer and Terminar dichiarando che sarebbe stato meglio se dieci streghe fossero rimaste libere piuttosto che un solo innocente fosse stato condannato ingiustamente. Nel mese di novembre il governatore William Phips decise di sospendere i processi e nei primi mesi dell'anno successivo fu istituita una speciale corte di giustizia per esaminare i casi rimasti in sospeso. Benché essa comprendesse alcuni membri della Court of Oyer and Terminar, Phips aveva limitato i poteri della corte e aveva vietato di emettere condanne sulla base di visioni avute dai testimoni. Alla fine 49 persone ancora detenute vennero assolte, mentre tre furono condannate, ma la pena fu loro sospesa per volere del governatore.
Fonte (Wikipedia)
La caccia alle streghe iniziò nel New England nel villaggio di Salem, oggi per gran parte appartenente alla città di Danvers. A seguito di tale processo vennero giustiziate 19 persone accusate di stregoneria; 55 fra uomini e donne vennero torturati per aver reso false testimonianze, 150 sospettati furono imprigionati ed altre 200 persone vennero accusate di stregoneria.Le incriminazioni di stregoneria dilagarono in pochi mesi nei comuni circostanti :
Andover, Amesbury, Salisbury, Haverhill, Topsfield, Ipswich, Rowley, Gloucester, Manchester, Malden, Charlestown, Billerica, Beverly, Reading, Woburn, Lynn, Marblehead e Boston.
I processi ebbero inizio ad aprile e terminarono a novembre, quando la protesta di alcuni dei reverendi più influenti del Massachusetts spinse il governatore a sospendere i lavori del tribunale. L'anno successivo un'apposita corte speciale esaminò i casi rimasti pendenti ponendo fine alla questione. La persecuzione delle streghe aveva avuto luogo fino ad allora nelle colonie inglesi nord-americane soltanto in casi isolati, mentre era più frequente, oltre che in Europa, nelle colonie spagnole. Benché ad aprile le carceri fossero piene di sospetti, non era stato ancora possibile iniziare nessun processo: il Massachusetts era infatti privo di un governatore dal 1689 e la legge prevedeva che senza un'autorità ufficiale non vi era possibilità di iniziare un processo. Durante la detenzione morirono Sarah Osborne e la figlia appena nata di Sarah Good; altri carcerati si ammalarono. Alla fine del mese di maggio, per volere del re di Inghilterra giunse a Salem il Governatore Sir William Phips per avviare le udienze del processo (in inglese Oyer and Terminer). La corte era composta da sei membri nominati da lui e presieduta dal vice governatore William Stoughton. Agli inizi di ottobre Mather tenne un sermone in cui attaccò aspramente la Court of Oyer and Terminar dichiarando che sarebbe stato meglio se dieci streghe fossero rimaste libere piuttosto che un solo innocente fosse stato condannato ingiustamente. Nel mese di novembre il governatore William Phips decise di sospendere i processi e nei primi mesi dell'anno successivo fu istituita una speciale corte di giustizia per esaminare i casi rimasti in sospeso. Benché essa comprendesse alcuni membri della Court of Oyer and Terminar, Phips aveva limitato i poteri della corte e aveva vietato di emettere condanne sulla base di visioni avute dai testimoni. Alla fine 49 persone ancora detenute vennero assolte, mentre tre furono condannate, ma la pena fu loro sospesa per volere del governatore.
Fonte (Wikipedia)
Storia dell'Alchimia
The City of the Dead
Edimburgo, capitale della Scozia, è il luogo dove sono maggiormente concentrate le attività spiritiche.
La ragione principale è la storia sofferta e misera della città che, almeno fino al XVIII secolo, ha vissuto un periodo buio, fatto di pestilenze, sovrappopolazione, caccia alle streghe, omicidi e morti atroci.
Costretta a svilupparsi in spazi ristrettissimi, limitati dal North Loch e dalle mura cittadine, Edimburgo fu costretta ad espandersi in altezza - furono costruiti grattacieli altissimi – e sottoterra, in cui vivevano accalcati i poveri in condizioni igienico sanitarie precarie. Ancora oggi, si ritiene che nei sotterranei si aggirino gli spiriti di questa gente disperata.
Pochi bambini, uno su dieci, raggiungevano l’età adulta, gli altri morivano di malattie, generate anche dalle acque putride e marce del North Loch (Lago Nord).
Infatti in esso venivano gettati i corpi delle vittime della peste, e vi erano affogate le streghe.
Questo lago nauseabondo era l’unica fonte idrica cittadina: quella era la sola acqua che era possibile bere. A causa delle forti tasse per entrare ed uscire dalle mura, ben pochi potevano permettersi il lusso di procurarsi viveri e bevande altrove: bisognava vivere di quello che c’era vicino a casa, tra ratti, immondizie e liquami.
In un ambiente così degradato, è naturale lo svilupparsi di avvenimenti orribili e sanguinolenti. Si narra che nel 1645 gli abitanti colpiti dalla peste del vicolo Mary King’s Close, furono murati vivi nelle loro case. Quando giunse l’ordine di rimuovere i cadaveri, i corpi erano talmente rigidi che si dovette amputare loro gli arti per farli passare attraverso le porte e le strette vie della città.
Da allora, si dice che il Mary King’s Close sia infestato dai fantasmi delle vittime, e pare che diversi visitatori recatisi sul posto si siano imbattuti in alcuni di essi.
Un’altra storia turpe è quella dei famigerati assassini Burke e Hare i quali, agli inizi dell’800, vendevano cadaveri alla facoltà di medicina.
Inutile dire che con il formicaio di persone che era Edimburgo, si faceva prima a procurarsi corpi freschi piuttosto che ad andare a dissotterrarli dai cimiteri. E così, la coppia attirava i prescelti nella propria pensione, li ubriacava, e li uccideva per ricevere in cambio soldi dall’ Università.
Se la curiosità vi spinge a voler sapere qualcosa in più e a vedere con i vostri occhi, molti sono i tours a piedi che vi porteranno nei punti in cui si sono verificate manifestazioni degli spettri, che sono altrimenti chiusi al pubblico. Alcuni nomi sono: Mercat Tours, The Real Mary King’s Close, Ghost Finders Scotland, Auld Reekie.
Il giro più famoso e spaventoso, un vero e proprio fenomeno, è quello chiamato “The City of the Dead”. La guida vi accompagnerà al mausoleo del fantasma Mackenzie, che è ritenuto oggi il caso soprannaturale più documentato.
Fonte
La ragione principale è la storia sofferta e misera della città che, almeno fino al XVIII secolo, ha vissuto un periodo buio, fatto di pestilenze, sovrappopolazione, caccia alle streghe, omicidi e morti atroci.
Costretta a svilupparsi in spazi ristrettissimi, limitati dal North Loch e dalle mura cittadine, Edimburgo fu costretta ad espandersi in altezza - furono costruiti grattacieli altissimi – e sottoterra, in cui vivevano accalcati i poveri in condizioni igienico sanitarie precarie. Ancora oggi, si ritiene che nei sotterranei si aggirino gli spiriti di questa gente disperata.
Pochi bambini, uno su dieci, raggiungevano l’età adulta, gli altri morivano di malattie, generate anche dalle acque putride e marce del North Loch (Lago Nord).
Infatti in esso venivano gettati i corpi delle vittime della peste, e vi erano affogate le streghe.
Questo lago nauseabondo era l’unica fonte idrica cittadina: quella era la sola acqua che era possibile bere. A causa delle forti tasse per entrare ed uscire dalle mura, ben pochi potevano permettersi il lusso di procurarsi viveri e bevande altrove: bisognava vivere di quello che c’era vicino a casa, tra ratti, immondizie e liquami.
In un ambiente così degradato, è naturale lo svilupparsi di avvenimenti orribili e sanguinolenti. Si narra che nel 1645 gli abitanti colpiti dalla peste del vicolo Mary King’s Close, furono murati vivi nelle loro case. Quando giunse l’ordine di rimuovere i cadaveri, i corpi erano talmente rigidi che si dovette amputare loro gli arti per farli passare attraverso le porte e le strette vie della città.
Da allora, si dice che il Mary King’s Close sia infestato dai fantasmi delle vittime, e pare che diversi visitatori recatisi sul posto si siano imbattuti in alcuni di essi.
Un’altra storia turpe è quella dei famigerati assassini Burke e Hare i quali, agli inizi dell’800, vendevano cadaveri alla facoltà di medicina.
Inutile dire che con il formicaio di persone che era Edimburgo, si faceva prima a procurarsi corpi freschi piuttosto che ad andare a dissotterrarli dai cimiteri. E così, la coppia attirava i prescelti nella propria pensione, li ubriacava, e li uccideva per ricevere in cambio soldi dall’ Università.
Se la curiosità vi spinge a voler sapere qualcosa in più e a vedere con i vostri occhi, molti sono i tours a piedi che vi porteranno nei punti in cui si sono verificate manifestazioni degli spettri, che sono altrimenti chiusi al pubblico. Alcuni nomi sono: Mercat Tours, The Real Mary King’s Close, Ghost Finders Scotland, Auld Reekie.
Il giro più famoso e spaventoso, un vero e proprio fenomeno, è quello chiamato “The City of the Dead”. La guida vi accompagnerà al mausoleo del fantasma Mackenzie, che è ritenuto oggi il caso soprannaturale più documentato.
Fonte
L' Esoterismo
Parlare di Esoterismo, al giorno d’oggi, come in passato, suscita sempre qualche timore. Esoterismo, tra le altre cose, è sinonimo di occulto, dunque qualcosa che non si conosce, che non si può percepire, ma che esiste, se ci si crede. La letteratura mondiale è piena di storie, romanzi e racconti che riguardano l’esoterismo e che riguardano anche storie realmente accadute. Senza entrare troppo nel particolare vediamo qualche nozione di base per comprendere di cosa si tratti. Il termine ha origine dal verbo greco "eisotheo", che significa letteralmente “faccio entrare”, ovvero aprire una porta, dunque far penetrare dall'esterno verso l’interno. Nel linguaggio comune, invece, esoterico significa segreto, riservato, dunque occulto. Per definizione l’esoterismo è un insegnamento estremamente riservato, a cui venivano ammessi soltanto alcuni individui che avevano ricevuto una preparazione specifica. Gli altri, la massa, erano tagliati fuori. Gli stessi concetti venivano appositamente ammantati di doppi significati, camuffati in più modi, quando addirittura i testi non venivano nascosti completamente alla vista, nei templi o in luoghi inaccessibili . La filosofia esoterica si fonda sul concetto che il mondo reale e sensibile non è altro se non una piccola parte di realtà. Le dottrine esoteriche puntano invece sulla conoscenza del mondo al di là, quindi il soprannaturale. Secondo le dottrine esoteriche lo Spirito è l’unica realtà. La materia non è che la sua espressione inferiore, variabile, effimera, il suo dinamismo nel tempo e nello spazio. La sua creazione è eterna, continua come la vita. Il microcosmo uomo è l’immagine e il riflesso del macrocosmo universo, il quale è l’organo di Dio ineffabile, dello Spirito assoluto, che è per sua natura Padre, Madre e Figlio, dunque essenza e vita.
Fonte: Wikipedia
Fonte: Wikipedia
L'alchimia, la pietra filosofale e l'elisir di lunga vita
La Chimica classica è nata solo alla fine del 1700: prima la chimica ha faticato molto a disgiungere tradizioni, superstizioni, magia e rigore. Questa fase è nota come alchimia. La parola alchimia deriva da AL-Kimia che significala scienza (Kimia) di Dio (AL). Cronologicamente si possono distinguere: alchimia alessandrina, araba, medioevale e rinascimentale.
L'alchimia alessandrina nacque in Egitto in età ellenistica (circa 300 a.C - 30 a.C.) per la contaminazione fra le teorie greche sulla natura della materia e le capacità pratiche degli Egizi. In questo periodo l'alchimia era intrisa di significati religiosi; gli alchimisti si esprimevano con simboli e linguaggi difficili da decifrare al duplice scopo di mantenere segrete le conoscenze acquisite e sottolineare che la pratica alchemica aiutava ad entrare in contatto con la natura più intima della materia e quindi con la divinità. Obiettivo primario dell'alchimia era trasformare i metalli allora noti in metalli più pregiati, come l'oro. Le ricerche degli alchimisti erano tutte dominate dalla speranza di trovare la pietra filosofale, il lapis, capace di trasformare in oro tutti gli altri metalli (trasmutazione dei metalli). L'alchimia araba si sviluppò quando a partire dal VII secolo d.C. gli arabi giunsero in Egitto; tra gli interessi degli alchimisti trovò spazio anche la medicina e si iniziò a cercare un portentoso elisir in grado di guarire tutte le malattie e donare l'immortalità. In questo periodo si diffuse anche l'errata credenza che tutti i metalli fossero ottenuti dalla opportuna mescolanza di mercurio e zolfo a cui poi si aggiunse il sale. A cavallo dell'anno 1000 visse il medico arabo Avicenna che si dedicò all'applicazione dell'alchimia alla medicina. L'alchimia medioevale ebbe origine quando, in seguito alle Crociate, l'Europa conobbe il mondo arabo. Tra i più importanti alchimisti medioevali ricordiamo: Alberto Magno, San Tommaso d'Aquino e Ruggero Bacone.
L'alchimia rinascimentale (intorno al 1500) diede impulso alle applicazioni pratiche nel campo della metallurgia, mineralogia e medicina. L'esponente più importante di quella che presto venne chiamata iatro-chimica (la chimica al servizio della medicina) fu Paracelso. In definitiva, nonostante l'illusorietà delle speranze di trovare la pietra filosofale e l'elisir di lunga vita, l'ideale di una sempre maggior potenza dell'uomo e del suo dominio sulla natura agivano profondamente sulla mentalità degli alchimisti.
Jung ha trattato il tema della pietra filosofale facendone l'emblema della psicoterapia; il lapis va rintracciato nell'essere umano stesso. Per questo gli alchimisti possono essere considerati dei mistici la cui esistenza è stata dedicata all'individuazione del sè; di fatto essi rischiarono di errare, di essere incolpati di pratiche fraudolente o di finire sul rogo destinato agli eretici.
A cosa può corrispondere, oggi, la ricerca della pietra filosofale? Cosa cerca, oggi, l'uomo? Quali sono le sue mete più ambite? Quali le truffe, i nuovi giochi di prestigio? Nella sua variante ombrosa, al negativo, il nuovo mito che illusoriamente sembra garantire potere e felicità eterne, è il denaro, mentre nell'aspetto positivo la ricerca è quella che, da sempre, muove lo spirito umano, oltre le colonne d'Ercole, nella vita di ogni giorno. E' la ricerca di Dio, dell'anima, del benessere interiore e della serenità. E' la ricerca della salute, del giusto e del bene non solo personale. E' ricerca che si dà attraverso il confronto autentico con l'ombra e la conflittualità che, pur lacerando la coscienza, ogni volta, contribuisce all'ascesa dell'anima ed alla sua purificazione, rinnovata nella percezione dell'essere e del divenire umano.
Fonte
L'alchimia alessandrina nacque in Egitto in età ellenistica (circa 300 a.C - 30 a.C.) per la contaminazione fra le teorie greche sulla natura della materia e le capacità pratiche degli Egizi. In questo periodo l'alchimia era intrisa di significati religiosi; gli alchimisti si esprimevano con simboli e linguaggi difficili da decifrare al duplice scopo di mantenere segrete le conoscenze acquisite e sottolineare che la pratica alchemica aiutava ad entrare in contatto con la natura più intima della materia e quindi con la divinità. Obiettivo primario dell'alchimia era trasformare i metalli allora noti in metalli più pregiati, come l'oro. Le ricerche degli alchimisti erano tutte dominate dalla speranza di trovare la pietra filosofale, il lapis, capace di trasformare in oro tutti gli altri metalli (trasmutazione dei metalli). L'alchimia araba si sviluppò quando a partire dal VII secolo d.C. gli arabi giunsero in Egitto; tra gli interessi degli alchimisti trovò spazio anche la medicina e si iniziò a cercare un portentoso elisir in grado di guarire tutte le malattie e donare l'immortalità. In questo periodo si diffuse anche l'errata credenza che tutti i metalli fossero ottenuti dalla opportuna mescolanza di mercurio e zolfo a cui poi si aggiunse il sale. A cavallo dell'anno 1000 visse il medico arabo Avicenna che si dedicò all'applicazione dell'alchimia alla medicina. L'alchimia medioevale ebbe origine quando, in seguito alle Crociate, l'Europa conobbe il mondo arabo. Tra i più importanti alchimisti medioevali ricordiamo: Alberto Magno, San Tommaso d'Aquino e Ruggero Bacone.
L'alchimia rinascimentale (intorno al 1500) diede impulso alle applicazioni pratiche nel campo della metallurgia, mineralogia e medicina. L'esponente più importante di quella che presto venne chiamata iatro-chimica (la chimica al servizio della medicina) fu Paracelso. In definitiva, nonostante l'illusorietà delle speranze di trovare la pietra filosofale e l'elisir di lunga vita, l'ideale di una sempre maggior potenza dell'uomo e del suo dominio sulla natura agivano profondamente sulla mentalità degli alchimisti.
Jung ha trattato il tema della pietra filosofale facendone l'emblema della psicoterapia; il lapis va rintracciato nell'essere umano stesso. Per questo gli alchimisti possono essere considerati dei mistici la cui esistenza è stata dedicata all'individuazione del sè; di fatto essi rischiarono di errare, di essere incolpati di pratiche fraudolente o di finire sul rogo destinato agli eretici.
A cosa può corrispondere, oggi, la ricerca della pietra filosofale? Cosa cerca, oggi, l'uomo? Quali sono le sue mete più ambite? Quali le truffe, i nuovi giochi di prestigio? Nella sua variante ombrosa, al negativo, il nuovo mito che illusoriamente sembra garantire potere e felicità eterne, è il denaro, mentre nell'aspetto positivo la ricerca è quella che, da sempre, muove lo spirito umano, oltre le colonne d'Ercole, nella vita di ogni giorno. E' la ricerca di Dio, dell'anima, del benessere interiore e della serenità. E' la ricerca della salute, del giusto e del bene non solo personale. E' ricerca che si dà attraverso il confronto autentico con l'ombra e la conflittualità che, pur lacerando la coscienza, ogni volta, contribuisce all'ascesa dell'anima ed alla sua purificazione, rinnovata nella percezione dell'essere e del divenire umano.
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